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Brunetta cambia versione: Io contro la casta romana. I precari vittime del sistema

Gli ha girato le spalle (“l’Italia peggiore”), li ha invitati ad andare a scaricare le cassette di frutta, ha mistificato la realtà dicendo di essere stato aggredito, ma oggi dice di essere preoccupato per loro. L’Italia peggiore è quella dei privilegiati molto romani.
A cura di Biagio Chiariello
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Il ministro Renato Brunetta

La Brunetteide si arricchisce oggi di un nuovo capitolo. O meglio di un altro paragrafo di quella che è la storia, ormai arcinota, che vede protagonista il Ministro della Pubblica Amministrazione e i lavoratori appartenenti alla Rete Precari intervenuti – o almeno questo era il loro intento – per fare alcune domande al Ministro al Convegno nazionale dell’Innovazione a Roma. Intervenuto come ospite a ‘Radio 24′, alla domanda dell'intervistatore di Focus Economia: "L'Italia peggiore a cui le faceva riferimento è quella dei precari?", Renato Brunetta non ha fatto altro che continuare, imperterrito, sulla sua tesi, pur cambiando leggermente versione: "Io faccio il professore di Economia del lavoro è da una vita che mi interesso di problemi del lavoro: le pare che io sia così stupido da dire che le vittime di un sistema che non funziona, in cui i padri sono troppo egoisti, le vittime siano loro l'Italia peggiore? Lei pensa che sia così stupido?".

E poi precisa: “Io ce l’ho con quella casta di privilegiati ‘molto romani’. Guardi i nomi nelle interviste di questa mattina sui giornali – e qui il riferimento è a Maurizia Russo Spena, figlia di Giovanni ex senatore del Prc, cioè la ragazza a cui Brunetta ha dato la spalle, che "guadagna 1.800 euro al mese da 5 anni con contratti a termine presso un’agenzia del Ministero del Lavoro, non mi sembra tanto precaria".

Brunetta, dopo aver chiesto quanto guadagna al suo intervistatore, Alessandro Milan, che ammette di essere più fortunato della ragazza cdi cui sopra e di aver un contratto a tempo indeterminato, asserisce che "Roma è piena di questo tessuto di persone dai contratti atipici e io mi preoccupo di più dei precari dei call center, dei precari nel settore privato che non riescono ad avere un contratto a tempo indeterminato e non hanno parola".

Per cui quella frase che sul web ha sollevato una vera e propria rivolta era indirizzata "a quelle quattro persone venute non per ascoltare il convegno sulla innovazione e il sottoscritto che parlava dell’Italia migliore. Avevano già pronti gli striscioni e non ascoltavano, solamente insultavano: quella è l’Italia peggiore e lo ribadisco, è l'Italia di chi non fa parlare il ministro dell'Istruzione e di chi fischia in ogni occasione”, ma è riferita anche “a un modo barbaro di fare politica”. Così “se tra 20 anni governeranno gli altri, la sinistra",  il cui dialogo è basato su "striscioni, insulti, agguati mediatici – prosegue il ministro – la prossima volta contesteranno Camusso o Bersani".

Ma cosa avrà detto nelle interviste di questa mattina Maurizia Russo Spena sui giornali (Repubblica, La Stampa e Corriere della Sera)? La ragazza ha chiarito quelle che erano le richieste che avrebbe voluto esporre a Brunetta al termine del convegno: "Tutele, rispetto delle competenze, continuità del reddito" e "se si è mai domandato qual è la faccia del fallimento della sua innovazione". Tutto ciò "se non fosse andato su tutte le furie appena ha sentito nominare la Rete precaria". E a proposito dell'invito del Ministro ad andare a scaricare le cassette di frutta? "Anche questa è una dimostrazione del sotto impiego delle alte professionalità del nostro paese. Ci andasse lui a scaricare le cassette".

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