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Approvato il Def, Draghi: “Guerra ha peggiorato prospettive crescita, aiuteremo famiglie e imprese”

Il presidente del Consiglio Draghi dopo l’approvazione del Documento di economia e finanza: “Faremo tutto ciò che è necessario per aiutare famiglie e imprese all’interno della cornice europea. La disponibilità del governo c’è ed è totale”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, al termine del Consiglio dei ministri è intervenuto per una conferenza stampa insieme al ministro dell'Economia Daniele Franco, per spiegare i contenuti del Documento di economia e finanza. "La guerra ha causato un peggioramento delle prospettive di crescita, e su questo pesano l'aumento dei prezzi dell'energia e delle materie prime e il calo della fiducia dei consumatori e delle imprese, non solo per l'inflazione ma anche per la situazione generale bellica", ha detto Draghi.

"Non è soltanto da noi che avviene, ma da noi è avvenuto in modo significativo. Faremo tutto ciò che è necessario per sostenere famiglie e imprese, all'interno di una cornice di decisioni europee e equilibrio di conti..Una cosa fondamentale è il messaggio che il governo e la maggioranza devono dare in termini di fiducia. La fiducia dipende dalla circostanza che stiamo vivendo ma anche dalle capacità di esprimere un indirizzo di politica e di economia. Serve unità di intenti. Siamo consapevoli del disagio sociale. Abbiamo stanziato quasi 16 mld fuori dalla legge di bilancio, e nelle prossime settimane capiremo come finanziare un ulteriore intervento. Siamo al lavoro per trovare una risposta comune a uno shock comune", ha detto Draghi.

"Il documento è stato approvato in leggero anticipo rispetto alle normali scadenze, questo perché possa essere propedeutico a nuovi interventi di politica economica da attuare in tempi quanto più rapidi possibile", ha aggiunto il ministro dell'Economia, Daniele Franco.

"La nostra previsione sul quadro tendenziale viene individuata al 2,9% quest'anno. L'andamento dei conti l'anno scorso era stato migliore delle attese, lo è anche nei primi mesi di quest'anno, prevediamo un indebitamento netto tendenziale pari al 5,1% quest'anno. Confermiamo gli obiettivi di finanza pubblica per l'indebitamento netto fissato nella Nadef, che era il 5,6%, quindi abbiamo un margine di azione per la politica economica di circa mezzo punto percentuale. Confermare gli obiettivi è una scelta di prudenza, abbiamo impostato una legge di bilancio volutamente espansiva", ha spiegato. "Le manovre con il mezzo punto percentuale danno un effetto di crescita per cui possiamo fissare la crescita del Pil al 3,1% quest'anno".

"L'andamento dei conti l'anno scorso era stato migliore delle attese, anche nei primi mesi di quest'anno abbiamo un andamento dei conti è piuttosto buono", ha aggiunto Franco, sottolineando che prima dello scoppio del conflitto in Ucraina, "l'attività manifatturiera procedeva bene, quello delle costruzioni molto bene, il settore dei servizi migliorava gradualmente per effetto della graduale riapertura delle attività e il superamento della pandemia" che hanno determinato "un aumento dei prezzi dell'energia". Inoltre, "un altro fattore di rallentamento" riguarda il commercio internazionale con la Russia "che rappresenta l'1,5% delle nostre esportazioni" che pur non essendo "una percentuale elevatissima, però il venir meno in parte di quest'esportazione ci rallenta".

Il governo ha confermato dunque l’obiettivo di rapporto tra deficit e pil del Documento programmatico di bilancio al 5,6% del pil: nel Def viene stimato infatti il deficit tendenziale per quest'anno al 5,1%, che viene però confermato al 5,6% nello scenario programmatico, senza prevedere scostamento rispetto alle ultime previsioni già approvate dal Parlamento.

Cosa c'è nel Def

Da quanto emerge da una bozza del Def "L’impatto sul pil delle misure che saranno adottate in aprile è stimato pari a 0,2 punti percentuali di pil nel 2022 e 0,1 nel 2023. Di conseguenza, il tasso di crescita del pil previsto nel quadro programmatico è pari al 3,1% nel 2022 e al 2,4% nel 2023, mentre le previsioni di crescita per i due anni successivi rimangono invariate al primo decimale. Per il resto, le differenze fra scenario programmatico e tendenziale sono limitate giacché il differenziale di deficit è ampio quest’anno ma si riduce nel prossimo triennio fino ad annullarsi nel 2025".

Saranno poi 5 i miliardi che saranno destinati dal governo a copertura di un provvedimento "da finalizzare nel mese di aprile" con misure di sostegno all'economia e ai settori maggiormente colpiti dalla crisi energetica. Il nuovo decreto legge "ripristinerà anzitutto i fondi di bilancio temporaneamente definanziati a parziale copertura del decreto legge n. 17/2022 (il cosiddetto dl Bollette-energia, Ndr), pari a 4,5 miliardi in termini di impatto sul conto della Pa. I restanti cinque miliardi saranno destinati a quattro ordini di interventi: ulteriori interventi per contenere i prezzi dei carburanti e il costo dell’energia; l’aumento delle risorse necessarie a coprire l’incremento dei prezzi delle opere pubbliche; l’incremento dei fondi per le garanzie sul credito; ulteriori misure che si rendano necessarie per assistere i profughi ucraini e per alleviare l’impatto economico del conflitto in corso in Ucraina sulle aziende italiane", si legge ancora nel Documento.

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