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Aborto, Lorenzin: “La legge 194 funziona e viene correttamente applicata”

“In Italia è troppo difficile abortire”, l’allarme lanciato poche settimane fa dal Consiglio d’Europa. Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha quindi risposto alle accuse con un’informativa alla Camera dei Deputati: “Negli ultimi 30 anni gli interventi sono più che dimezzati, toccando quota 97.535”. A fronte di questo notevole decremento, il numero dei medici non obiettori sarebbe rimasto pressoché invariato. Ciò significa, secondo il ministro, che “la Legge 194 funziona e viene correttamente applicata”.
A cura di Charlotte Matteini
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Sottoscrizione del protocollo Lorenzin-Cantone per la task force anticorruzione in Sanità

Poche settimane fa, il Consiglio d'Europa ha lanciato un allarme: in Italia è troppo difficile abortire. In pratica, a causa della presenza di una cospicua percentuale di medici obiettori di coscienza, le donne italiane incontrerebbero notevoli difficoltà ad accedere ai servizi d’interruzione volontaria di gravidanza garantiti dalla Legge 194.

Con un'informativa alla Camera, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha deciso di rispondere al Consiglio d'Europa, presentando alcuni dati: nel 1983 le interruzioni volontarie di gravidanza erano pari a 233.976. Nel 2013, invece, a distanza di trent'anni, gli interventi sono più che dimezzati, toccando quota 102.760 e nel 2014 sono scesi per la prima volta sotto la soglia delle centomila unità, fermandosi a 97.535.

A questi dati, però, secondo il ministro Lorenzin, corrisponderebbe un valore pressoché costante dei ginecologi non obiettori: dai 1607 del 1983, si è passati ai 1490 del 2013. "Negli ultimi trent'anni, quindi, le interruzioni di gravidanza sono calate di 131.216 unità, mentre i non obiettori sono scesi di sole 117 unità", ha commentato Beatrice Lorenzin. Questo importante decremento degli interventi di Ivg, ha sottolineato Beatrice Lorenzin, è un risultato positivo: "Significa che la legge ha funzionato”.

"In questi trent'anni, c'è stato un dimezzamento del numero di IVG settimanali, a livello nazionale, a carico dei ginecologi non obiettori, che nel 1983 effettuavano 3,3 Ivg a testa a settimana, mentre adesso ne effettuano circa 1,6″, ha proseguito il ministro, chiedendosi inoltre per quale motivo "si denunci, solo oggi, un presunto eccesso di obiettori di coscienza, e analoga denuncia non sia stata fatta negli anni precedenti, quando il carico di lavoro settimanale per ciascun ginecologo non obiettore era più del doppio".

Stando alle segnalazioni delle Regioni, il ministro della Salute ha sostenuto che non è mai pervenuta alcuna indicazione relativa alla carenza di medici non obiettori nelle strutture ospedaliere e che il numero dei punti Ivg appare "più che adeguato rispetto al numero delle interruzioni di gravidanza effettuate nel Paese". "Ogni regione ha autonomia organizzativa ed è evidente che non è possibile reclutare personale sanitario con contratti a tempo indeterminato chiedendo fra i requisiti l'essere non obiettore", ha precisato.

Non solo, Beatrice Lorenzin ha anche sottolineato che la legge 194 non prevede in alcun modo che gli interventi di Ivg debbano essere effettuati in tutte le strutture ospedaliere presenti sul territorio. Secondo il ministro, infatti, per garantire il pieno accesso a questo tipo di intervento sanitario non è necessario che questo debba essere effettuato in tutti gli ospedali: "Nel Ssn non tutte le prestazioni sanitarie sono infatti disponibili in ogni struttura sanitaria. Allo stesso modo, la legge 194 non impone che tutti gli ospedali abbiano un reparto di ostetricia e ginecologia che offra Ivg”, ha dichiarato Beatrice Lorenzin, concludendo l'informativa.

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