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Pensioni d’oro, tagli dal 10% al 40% per gli assegni superiori ai 90mila euro

L’emendamento M5S prevede un taglio alle pensioni d’oro del 10% per la parte eccedente dai 90mila fino a 130mila euro, del 20% dai 130 mila ai 200mila, del 25% dai 200mila ai 350mila, del 30% dai 350mila ai 500mila e del 40% sopra i 500mila. Molto critico il presidente dell’Inps Tito Boeri: “Misura per fare cassa”.
A cura di Charlotte Matteini
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In Senato è arrivato l'emendamento per il taglio delle pensioni d'oro. La misura, strenuamente voluta dal Movimento 5 Stelle, prevede il taglio delle pensioni superiori ai 90mila euro lordi annui. Stando a quanto si apprende, nello specifico l'emendamento M5S prevede un taglio del 10% per la parte eccedente fino a 130mila euro, del 20% dai 130 mila ai 200mila, del 25% dai 200mila ai 350mila, del 30% dai 350mila ai 500mila e del 40% sopra i 500mila. Le decurtazioni non si applicheranno alle pensioni interamente liquidate con il sistema contributivo e agli assegni di invalidità, di reversibilità, e a quelle di vittime del dovere e del terrorismo. Circa 40-45mila persone saranno colpite dai tagli.

In mattinata, il vicepremier Luigi Di Maio aveva dichiarato: "Nella trattativa con Ue che sta portando avanti Conte in maniera brillante, perché secondo me porterà a casa le cose per i cittadini senza procedura di infrazione, recuperiamo ancora più soldi dalle pensioni d'oro. Non solo tagliamo circa il 40% sulle pensioni d'oro di quelli che non hanno versato i contributi sopra i 4 mila euro, ma non gli facciamo neanche l'adeguamento all'inflazione, così ci restituiscono anche soldi presi in questi anni ingiustamente".

La norma pentastellata, però, è stata criticata dal presidente dell'Inps Tito Boeri: "Ci hanno chiesto di fare simulazioni in modo un po' diverso a quello a cui eravamo abituati. Studiare interventi che avrebbero portato a raccogliere una certo volume di risorse piuttosto che fare una procedura inversa. Potrebbe essere un segnale del fatto che qui l'esigenza è non per equità ma per cassa. Forti saranno sempre le pressioni per modificare le valutazioni rendendo le previsioni sui costi di certe norme compatibili coi vincoli di bilancio. A queste pressioni non dobbiamo cedere come non abbiamo ceduto di un millimetro negli ultimi mesi di fronte ad attacchi anche molto diretti e pesanti".

Proseguendo, Boeri ha criticato anche la riforma quota 100: "Mi auguro quale che sia la scelta del governo che sia improntata alla massima trasparenza verso i cittadini, dicendo esattamente quali sono le condizioni. Con il sistema delle finestre si dicono delle mezze verità. Oggi ci troviamo in una situazione paradossale e senza precedenti. A pochi giorni dalla data ultima per l'approvazione della legge di Bilancio senza finire in esercizio provvisorio, dopo mesi in cui sono state annunciate – e confermate a parole – riforme estremamente ambiziose del nostro stato sociale, noi non sappiamo ancora nulla su cosa accadrà alle pensioni degli italiani e cosa ne sarà del reddito di cittadinanza nel 2019″. 

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