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Papa Francesco: “La politica non fa il bene quando semina odio e paure”

Di ritorno dal suo viaggio in Romania Papa Francesco ha dichiarato: “L’Europa torni ad essere il sogno dei padri fondatori”. E sull’uso di simboli religiosi per la propaganda politica ha commentato ironicamente: “Lo confesso, non capisco, devo studiare”.
A cura di Davide Falcioni
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"L'Europa torni ad essere il sogno dei padri fondatori". Quanti alla politica, non fa il bene della gente "quando semina odio e paure". Sono i due passaggi più significativi delle dichiarazioni rilasciate da Papa Francesco durante il viaggio in aereo che dalla Romania l'ha riportato a Roma. Ai giornalisti che gli hanno chiesto cosa pensasse dell'utilizzo dei simboli religiosi in campagna elettorale il Santo Padre ha risposto simpaticamente, driblando: "Lo confesso, non la capisco, devo studiare".

Quanto al presunto rifiuto di incontrare il Ministro degli Interni italiano Matteo Salvini, come fatto trapelare da alcune ricostruzioni, il Papa ha chiarito: "Non ha chiesto un'udienza", né lui né altri vicepremier o ministri. Bergoglio ha però elogiato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte: ha chiesto un'udienza "ed è stata data come indica il protocollo". Quella con Conte "è stata una bella udienza, un'ora e più. E' un uomo intelligente, un professore, sa di cosa parla".

Dopo aver parlato dell'Italia il Pontefice ha allargato lo sguardo sull'Europa: "Pregate per l'Europa se siete credenti – ha detto ai giornalisti  – e ai non credenti dico: auguratevi buona volontà e il desiderio che l'Europa torni ad essere il sogno dei padri fondatori". E poi: "La malattia della politica è la corruzione", un problema "universale". "Non fatemi dire domani che la politica italiana è corrotta, no", il rischio riguarda tutti e "non fatemi dire cose che non dico", ha ribadito.

Bergoglio è anche tornato a parlare con grande affetto di Benedetto XVI. "Ogni volta che vado a trovarlo lo sento così", come un nonno, "gli prendo la mano e lo faccio parlare. Lui parla poco e adagio ma parla sempre. Il problema di Benedetto sono le ginocchia, non la testa. E' lucidissimo". "Con lui mi sento forte, sento il succo delle radici e che la tradizione della Chiesa non è una cosa da museo ma un succo per crescere".

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