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Napolitano, cittadinanza a bambini figli di immigrati: “negarla è un’assurdità”

Il Capo dello Stato auspica che il Parlamento intervenga presto sulla questione, giudicando una “follia” la legge attuale secondo la quale i bambini nati da genitori immigrati non possono aspirare alla cittadinanza italiana.
A cura di Nadia Vitali
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Il Capo dello Stato auspica che il Parlamento intervenga presto sulla questione, giudicando una follia la legge secondo la quale i bambini nati da immigrati, non possano aspirare alla cittadinanza italiana.

«Mi auguro che in Parlamento si possa affrontare anche la questione della cittadinanza ai bambini nati in Italia da immigrati stranieri. Negarla è un'autentica follia, un'assurdità. I bambini hanno questa aspirazione» con queste parole oggi, il Capo dello Stato è intervenuto, durante l'incontro con la federazione delle Chiese Evangeliche d'Italia, sul tema del diritto di cittadinanza ai figli degli immigrati tornando su un argomento che aveva già affrontato la settimana scorsa in occasione del colloquio con i nuovi cittadini italiani. 

Un augurio che nasce dalla constatazione che i cambiamenti politici delle ultime settimane hanno, senz'altro, aperto a maggiori possibilità di confronto tra gli schieramenti anche se, come lo stesso Presidente della Repubblica ha ammesso, la situazione sebbene meno agitata, resta comunque assai delicata; insomma, i tempi potrebbero finalmente essere maturi per portare in Parlamento una discussione che porti alla modifica di una legge del 1992, ormai vecchia e che non rispecchia più quelle che sono le esigenze di un paese troppo mutato negli ultimi vent'anni.

Discorso che ha immediatamente suscitato consensi ed ammirazione quasi unanimi da tutte le ali della politica italiana, da Futuro e Libertà all'Italia dei Valori, dal PD a SEL all'UDC, le forze politiche si sono riconosciute nelle decise parole di Giorgio Napolitano; anche Save the Children ha accolto con entusiasmo il discorso, esortando il Parlamento ad affrontare finalmente la questione, mentre la Lega sostiene che a suscitare tale parole sia la volontà di avvicinare un nuovo elettorato: posizione quasi del tutto isolata.

Attualmente, la cittadinanza italiana si acquisisce per ius sanguinis mentre una modifica della legge del '92 porterebbe al riconoscimento dello ius soli, senz'altro più adeguato alle esigenze di quanti, nascendo qui, sentono come «proprio» questo paese; del resto, un cambiamento non farebbe altro che adattarsi ai tempi in cui viviamo in cui il multiculturalismo è una realtà che può costituire una gran risorsa. Come lo stesso Presidente ha dichiarato, c'è bisogno di «acquisire anche nuove energie in una società per molti versi invecchiata se non sclerotizzata»: le parole di un uomo saggio che non vuole ignorare il futuro di tanti bambini che nascono sul nostro suolo e che nell'Italia vedono il proprio paese e, magari, il proprio avvenire.

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