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Addio Governo Draghi: ora il Patto Napoli e Manfredi sono esposti alle intemperie della politica

Una delle promesse del patto Pd-M5S era quella di tirare Napoli fuori dal guado. E ora che quell’intesa è carta straccia che succede?
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Draghi e Manfredi a Napoli
Draghi e Manfredi a Napoli

Un anno fa eravamo in piena campagna elettorale per le Elezioni Comunali di Napoli e nessuno, nessuno avrebbe mai pensato che quel «campo largo» Pd-M5S si sarebbe sciolto al sole del caldo anomalo di luglio dell'anno successivo. Mario Draghi via da Palazzo Chigi, elezioni in vista. E il Patto per Napoli siglato nel marzo scorso dal premier oggi dimissionario con il sindaco Gaetano Manfredi? Resiste, perché è stato firmato. Ma ora è chiaramente esposto alle intemperie della crisi di governo e della campagna elettorale. E con esso il delicato equilibrio che regge il rapporto fra Palazzo San Giacomo e Roma.

Parliamoci chiaro: il primo anno di Manfredi alla guida di Napoli non è stato granché. Ma rischia di peggiorare. Napoli sconta problemi storici aggravati dalla pandemia e dalla recessione, dieci anni di immobilismo (quelli di Luigi De Magistris sindaco) e ora una amministrazione che molto puntava sul filo diretto con Roma. Questo telefono è staccato: ora non risponde più nessuno. O meglio: non arriveranno risposte come quelle di un governo in carica e nel pieno dei suoi poteri. «Disbrigo degli affari correnti» significa anche questo: non poter mantenere promesse politiche di maggioranza. E una delle promesse era quella di tirare Napoli fuori dal guado.

Toccherà a Manfredi fare da solo? Il Partito Democratico – primo garante di questo patto, insieme ai Cinque Stelle di Giuseppe Conte (oggi avversari) – che farà? Come sarà in grado di non far affossare la città quando si tratterà della Manovra Finanziaria e dei soldi chiesti da Napoli? Guardate: è un bel problema. Ad oggi Manfredi nicchia e spera che la pausa estiva possa dargli respiro. Ma l'atmosfera politica è più arroventata del clima di piazza Municipio senza alberi né ripari. Gli toccherà capire cosa fare: trovare altre sponde. O rimettersi in toto all'unico leader politico rimasto alla Campania (per ora), ovvero Vincenzo De Luca.

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Giornalista professionista, capo cronaca Napoli a Fanpage.it. Insegna Etica e deontologia del giornalismo alla LUMSA. Ha una newsletter dal titolo "Saluti da Napoli". È co-autore dei libri "Il Casalese" (Edizioni Cento Autori, 2011); "Novantadue" (Castelvecchi, 2012); "Le mani nella città" e "L'Invisibile" (Round Robin, 2013-2014). Ha vinto il Premio giornalistico Giancarlo Siani nel 2007 e i premi Paolo Giuntella e Marcello Torre nel 2012.
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