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Cos’è il Patto per Napoli firmato da Draghi e Manfredi e quanti soldi porta alla città

Dal Governo arriveranno a Napoli 1 miliardo e 231 milioni di euro nei prossimi 20 anni, ma l’accordo prevede che il Comune metta in atto diverse misure.
A cura di Pierluigi Frattasi
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La stretta di mano tra il Premier Mario Draghi e il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi al Maschio Angioino / Foto Peppe Pace
La stretta di mano tra il Premier Mario Draghi e il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi al Maschio Angioino / Foto Peppe Pace

Il Presidente del Consiglio Mario Draghi oggi è arrivato al Maschio Angioino per firmare il Patto per Napoli con il sindaco Gaetano Manfredi. Ma di cosa si tratta? E a che serve? Il Patto è un accordo tra il Comune di Napoli ed il Governo italiano per risanare il disavanzo della città, che ad oggi è arrivato a sfiorare i 5 miliardi di euro. Un rosso che deriva in gran parte da tasse, multe e canoni non riscossi dal Municipio negli anni scorsi, prima dell'amministrazione Manfredi, e da debiti con le banche. Manfredi, ex rettore della Federico II ed ex ministro dell’Università nel governo Conte, aveva chiesto ancora prima della campagna elettorale un impegno dello Stato in tal senso, per aiutare il Comune a scongiurare il dissesto.

A Napoli 1,3 miliardi dal Governo

Grazie al Patto, dal Governo arriveranno a Napoli 1 miliardo e 231 milioni di euro nei prossimi 20 anni (fino al 2042), erogati in tranche entro il 31 marzo di ogni anno. I primi 54 milioni saranno pagati nel 2022. In cambio, però, il Comune si è impegnato a fare alcune riforme, oltre a mettere in campo una serie di misure per portare soldi alle casse dell’erario cittadino, come l’aumento dell’addizionale Irpef dello 0,2% e la nuova tassa di imbarco all’Aeroporto di Capodichino di 2 euro a partire dall’anno prossimo, oltre alla lotta all’evasione fiscale. Il Comune, infatti, in base all'accordo, deve contribuire portando circa un quarto delle risorse messe dallo Stato ogni anni, messe di tasca propria. Tra le varie conseguenze della legge per Napoli, è già scattato anche il congelamento dei pagamenti ai fornitori dei debiti fino al 31 dicembre 2021, condizionati ad una mega-transazione con i creditori.

Mario Draghi a Napoli / foto Peppe Pace
Mario Draghi a Napoli / foto Peppe Pace

Cosa è il Patto per Napoli

Il Patto per Napoli rientra nella legge 234 del 30 dicembre 2021, che all’articolo 1, comma 567, riconosce ai comuni sede di capoluogo di città metropolitana, con disavanzo pro capite superiore a 700 euro, un contributo, per gli anni 2022-2042, di 2.670 milioni di euro, da ripartire, in proporzione all’onere connesso al ripiano annuale del disavanzo e alle quote di ammortamento dei debiti finanziari al 31 dicembre 2021.

Il contributo è poi ripartito con decreto del Ministero dell’interno, di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze, previa intesa in sede di Conferenza Stato-città ed autonomie locali, e condizionato alla sottoscrizione di un accordo col Comune tra il Presidente del Consiglio e il sindaco. Appunto il Patto per Napoli. Con l’accordo la città si impegna a contribuire con proprie risorse per circa un quarto del contributo annuo dato dal Governo. Soldi che andranno a ripianare il disavanzo e al rimborso dei debiti finanziari.

Ecco cosa comprende il Patto per Napoli, firmato dal Presidente del Consiglio Mario Draghi e dal sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi:

  • il miglioramento della riscossione, attraverso l’anticipazione della consegna dei carichi all’Agenzia delle entrate-Riscossione, che comporta un incremento di entrate dal 2024;
  • l’assegnazione della riscossione coattiva a società specializzate, iscritte nell’apposito Albo dei soggetti abilitati alla gestione delle attività di liquidazione e di accertamento dei tributi e quelle di riscossione dei tributi e di altre entrate, con un prevedibile incremento della stessa dal 2026;
  • l’incremento dell’addizionale comunale all’IRPEF di 0,1% dal 2023 e di un ulteriore 0,1% dal 2024, con un incremento delle entrate;
  • l’introduzione dal 2023 di una tassa di imbarco aeroportuale;
  • la valorizzazione e alienazione del patrimonio pubblico, attraverso il piano definito con la società Invimit, con un prevedibile incremento delle entrate;
  • la riduzione dei fitti passivi a partire dal 2023;
  • la razionalizzazione del sistema delle partecipate, attraverso un piano che il Comune di Napoli si impegna a definire entro il 1° settembre 2022;
  • l’incremento dei pagamenti per investimenti nel periodo 2022-2026, rispetto alla media del triennio precedente, in misura pari alle risorse assegnate sul PNRR, sul Fondo complementare e sugli altri fondi nazionali e comunitari, incrementate per un valore del 5% con risorse proprie;
  • altre misure in via di definizione e che saranno, via via, annualmente inserite nel cronoprogramma.

Ferme restando le scelte strutturali ed organizzative finalizzate al riordino del sistema della riscossione, del patrimonio e delle partecipate, nonché l’impegno di assicurare risorse proprie pari ad un quarto del contributo statale, il Comune di Napoli potrà, previa deliberazione del Consiglio comunale, proporre annualmente una diversa rimodulazione delle misure da adottare per il raggiungimento del quarto di propria competenza e aggiornare, di conseguenza, il cronoprogramma.

Assunzione di 100 funzionari al Comune di Napoli

Tra gli altri risvolti del Patto per Napoli c'è l'assunzione di 100 funzionari al Comune che dovranno seguire tutte le procedure di riscossione. Il personale sarà assunto con contratto a tempo determinato con qualifica non dirigenziale da destinare al potenziamento dell'attività di accertamento e riscossione dei tributi e la gestione e valorizzazione del patrimonio con specifici profili professionali sino ad una spesa aggiuntiva non superiore allo 0,25% nel 2022 e allo 0,50% a decorrere dal 2023, della media delle entrate correnti relative agli ultimi tre rendiconti approvati, considerate al netto del fondo crediti di dubbia esigibilità stanziato nel bilancio di previsione.

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