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Nadia Orlando, uccisa a 21 anni dal fidanzato: Francesco Mazzega condannato a 30 anni

Il gup del tribunale di Udine ha condannato a 30 anni di reclusione Francesco Mazzega, l’uomo di 36 anni accusato di aver ucciso il 31 luglio scorso la fidanzata, Nadia Orlando, 21enne di Vidulis di Dignano (Udine). Il giudice ha riconosciuto Mazzega colpevole di omicidio volontario aggravato dai futili motivi.
A cura di Susanna Picone
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Trenta anni di reclusione. Questa la condanna arrivata in primo grado per Francesco Mazzega, il friulano di trentasei anni accusato di aver ucciso un anno fa – era la sera del 31 luglio Nadia Orlando, la sua fidanzata ventunenne di Vidulis di Dignano (Udine). Mazzega l'aveva strangolata mentre erano in auto, poi aveva girato per tutta la notte con il corpo della donna prima di presentarsi dai carabinieri. Secondo le ricostruzioni l'uomo aveva ucciso la fidanzata dopo una lite. Con la sentenza a trenta anni di reclusione la Gup Mariarosa Persico ha confermato la richiesta fatta dalla Pm Letizia Puppa, titolare del fascicolo. Alla sentenza si è arrivati dopo un paio d'ore di camera di consiglio, al termine del processo che è stato celebrato con il rito abbreviato. Per la giudice Mazzega è colpevole del reato che gli era stato contestato dalla Procura, l'omicidio volontario aggravato dai futili motivi. La giudice ha dichiarato l’imputato interdetto in perpetuo dai pubblici uffici e in stato di interdizione legale della pena. L’uomo è stato anche condannato al risarcimento dei danni in favore delle parti civili costituite, da quantificare in separato giudizio, con una provvisionale di 200.000 euro ciascuno ai genitori di Nadia e 100.000 euro al fratello.

La mamma di Nadia: “Grazie a tutte queste persone. Hanno fatto veramente di tutto per aiutarci” – Francesco Mazzega e la fidanzata Nadia Orlando erano colleghi di lavoro alla “Lima” di San Daniele del Friuli, in provincia di Udine, una ditta specializzata in protesi ortopediche. “Grazie a tutte queste persone. Hanno fatto veramente di tutto per aiutarci”, ha detto la madre della vittima dopo la sentenza, abbracciando gli investigatori della Squadra Mobile della Polizia di Udine che hanno condotto le indagini. Accanto alla famiglia Orlando c'erano anche il sindaco di Dignano, Riccardo Zuccolo, e gli avvocati del Comune e dell'associazione Voce Donna Onlus di Pordenone costituiti parte civile.

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