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Morgan a processo per droga a Monza: l’accusa è favoreggiamento

L’artista avrebbe mentito agli inquirenti dicendo di avere appuntamento per un debito di lavoro con un presunto pusher, che fu trovato in possesso di cocaina all’esterno della sua abitazione a Monza.
A cura di Biagio Chiariello
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Ancora nei guai Marco Castoldi, l'artista meglio conosciuto come Morgan, che ieri, mercoledì, è stato rinviato a giudizio dal giudice per le udienze preliminari monzese Giovani Gerosa, per una brutta vicenda di droga. Il cantante è stato rinviato a giudizio con l'accusa di favoreggiamento. Questi i fatti: due anni, un 31enne uruguaiano viene fermato davanti all'abitazione a Monza dell'ex leader dei Bluvertigo con in tasca tre grammi di cocaina. L'uomo si giustifica affermando che la droga era per uso personale e che si trovava davanti all'abitazione di Morgan per cambiare un assegno compilato male dall'artista stesso, ricevuto come compenso per aver montato un palco ad un concerto. A quel punto gli inquirenti sentono la versione dell'ex giudice di X-Factor che conferma di aver dato l'assegno all'uruguaiano, ma per aiutarlo in un periodo di difficoltà. La versione di Castoldi, insomma, non convince gli investigatori. Per la procura, Morgan avrebbe coperto un presunto pusher. Da qui l'accusa di favoreggiamento. Lo straniero sarà processato il 7 marzo e al processo l'artista verrà chiamato a testimoniare per la difesa.

Nel 2010, le esternazioni di Castoldi sull'uso personale di crack come anti-depressivo scatenarono  un polverone intorno alla figura del cantante, tanto da costargli una sorta di esilio dagli schermi Rai, dove avrebbe dovuto anche partecipare al Festival di Sanremo.

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