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Lampedusa, rallentano gli sbarchi. In Tunisia l’esercito pattuglia le coste

Rallentano gli sbarchi di immigrati, provenienti dalla Tunisia, a Lampedusa. Per evitare l’aggravamento di quella che ormai è un’emergenza sanitaria, i militari tunisini stanno sorvegliando le coste del proprio paese.
A cura di Cristian Basile
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Dopo una giornate di accuse reciproche e tensioni diplomatiche tra Roma e Bruxelles, il Ministro degli Interni, Roberto Maroni, ha dichiarato che l'Italia ha richiesto aiuti urgenti all'Unione Europea per affrontare l‘emergenza umanitaria causata dagli sbarchi di migliaia di cittadini a Lampedusa.

Nonostante fonti militari tunisine hanno informato che l'esercito del paese ha dispiegato molti soldati lungo le coste per cercare di fermare l'esodo verso, il Ministro degli Esteri Frattini ha proposto alle autorità del paese magrebino una "cooperazione operativa" per gestire il flusso migratorio. Secondo le cifre ufficiali, dal 15 gennaio fino a ieri, sono sbarcate a Lampedusa 5.278 persone, tutte di nazionalità tunisina e secondo il Ministro Maroni, se non verranno prese misure urgenti, nei prossimi giorni potrebbero arrivare in Sicilia fino a 80.000 persone dal nordafrica, un volume impossibile da gestire.

Il ministro ha poi spiegato di aver parlato con il presidente del Consiglio Europeo, Herman Van Rompuy "per chiedergli un consiglio straordinario sull'immigrazione" e che ha sollecitato l'Unione Europea affinchè conferisca un ruolo più operativo all'Agenzia Europea per la gestione delle Frontiere. "Questo non è un problema che si può risolvere con il rimpatrio immediato degli immigrati" ha spiegato il ministro. "Non è un movimento del crimine organizzato ma un fenomeno sociale: le persone disperate persone partono da sole e non possiamo cacciarli perchè non possiamo pattugliare nelle acque tunisine".

La situazione sta generando gravi tensioni non solo tra l'Unione Europa, l'Italia e la Tunisia. Anche nella stessa Tunisia si moltiplicano le polemiche sulla partenza delle imbarcazioni. Ad esempio i sopravvissuti del naufragio, che la settimana scorso ha provocato 5 morti e 30 dispersi, hanno accusato i guardiacosta tunisini di aver provocato deliberatamente l'affondamento della barca.

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