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La Lega contro Monti, cartelli, urla e insulti al Senato (VIDEO)

Ancora una volta gli uomini del Carroccio si scagliano contro la manovra salva Italia, al Senato costringono ad interrompere la seduta mentre il Premier parlava delle decisioni prese durante l’ultimo vertice di Bruxelles.
A cura di Antonio Palma
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Le contestazioni della Lega in Senato

I senatori del Carroccio urlano ed espongono cartelli durante l'intervento di Monti constringendo il Presidente Schifani a sospendere la seduta

Ancora una volta gli uomini del Carroccio si scagliano contro la manovra salva Italia, al Senato costringono ad interrompere la seduta mentre il Premier parlava delle misure europee

La Lega, per anni al Governo insieme a Berlusconi, è ormai ritornata al suo vecchio e prediletto ruolo di forza di opposizione rumorosa e contestatrice. Il principale obiettivo del Carroccio è ovviamente il nuovo Governo Monti reo di aver varato una manovra economica fatta di sacrifici e ristrettezze. Oggi durante l'intervento al Senato del Presidente del Consiglio dal banco dei leghisti è partita una gazzarra degna dei vecchi tempi con urla, grida e insulti, indirizzati anche al Presidente del Senato, e cartelli in verde contro la manovra, che hanno costretto il Premier ad interrompere più volte il suo discorso. Ai continui richiami della Presidenza i leghisti non hanno accennato ad alcun passo indietro costringendo Schifani ad interrompere la seduta.

Certamente la Lega non è nuova a simili exploit, ma era da un po' di tempo che non si vedevano simili scene al Senato. "Una sceneggiata mortificante per il Senato" l'ha definita Schifani tanto più se si pensa che l'intervento di Monti era stato chiesto da molti gruppi parlamentari per essere informati sulle decisioni prese durante lo scorso vertice del Consiglio Europeo a Bruxelles. La Lega, che ormai è l'unica irriducibile opposizione parlamentare al Governo in carica, è decisa a contrastare senza riserve i provvedimenti del professor Monti e fin dalla fiducia in Aula al nuovo Governo non ha perso occasione per ribadire il suo ruolo.

Questa volta l'oggetto delle loro contestazioni erano le tasse, come evidenziato nei cartelli esposti "basta tasse", "non è una manovra, è una rapina", ma anche le pensioni con lo slogan "giù le mani dalle pensioni". A nulla è valso il richiamo di Schifani che ha ricordato che il tema del giorno erano le norme europee e non la manovra italiana. Il Premier però alla ripresa della seduta ha voluto comunque fare un accenno agli inviti rivolti dalla Lega e ha annunciato la diversa posizione che assumerà l'Italia sulla Tobin Tax, la tassa sulle grandi operazioni finanziarie a livello europeo, che ora il Governo appoggerà rispetto a quello precedente in cui era presente anche la Lega, proprio per detassare famiglie e cittadini. Agli uomini del Carroccio forse non sono piaciuti proprio i riferimenti alla loro partecipazione nel precedente Governo che Monti ieri aveva contestato, accusando i parlamentari di non aver fatto le riforme necessarie.

Eppure la Lega in qualche modo dovrebbe ringraziare Monti, se non altro perché, dopo gli attriti interni venuti fuori negli ultimi mesi del precedente Governo, proprio la nomina del nuovo Esecutivo di professori e tecnici sembra gli abbia fatto ritrovato la compattezza di un tempo.

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