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L’Fmi avverte Renzi: “Ripresa fragile e disoccupazione inaccettabile”

Per il Fondo Monetario Internazionale Renzi ha “definito un programma ambizioso per riformare la legge elettorale, il mercato del lavoro, il sistema giudiziario e il settore pubblico”.
A cura di Davide Falcioni
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"Interventi di politica economica rapidi e coraggiosi": è quello che chiede, in una misiva inviata al governo italiano, il Fondo Monetario Internazionale, che tuttavia ha lodato l'impegno dell'esecutivo guidato da Matteo Renzi, il quale ha "definito un programma ambizioso per riformare la legge elettorale, il mercato del lavoro, il sistema giudiziario e il settore pubblico" prioritario "per sbloccare il potenziale di crescita e la produttività dell'Italia". Secondo il Fondo, inoltre, al nostro paese ocorre "un riequilibrio di bilancio volto a ridurre le aliquote fiscali e ad aumentare la spesa produttiva" perché questo "può sostenere la ripresa" che, comunque riprenderà dal 2014, grazien soprattutto alle esportazioni. Secondo l'Fmi il contratto a tutele crescenti previsto dal Jobs Act può aumentare "l'equità tramite la riduzione del dualismo specialmente se dovesse sostituire gli attuali contratti a tempo indeterminato".

Padoan: "L'Fmi non ci ha dato pieni voti, ma sono buoni"

Pier Carlo Padoan, ministro dell'economia, si è detto soddisfatto delle valutazioni. "Il Fondo Monetario dello Stato riconosce il ruolo fondamentale che le riforme avviate dal governo Renzi hanno nel riportare la crescita su un sentiero di crescita più robusto. Non ci hanno dato i pieni voti, ma sono buoni". La politica di bilancio – aggiunge il Fondo – "deve assicurare il delicato equilibrio tra collocare il rapporto debito Pil su un sentiero di riduzione ed evitare una stretta eccessiva che faccia deragliare la fragile ripresa economica".

Fmi: "Ripresa ancora fragile"

Secondo l'Fmi, tuttavia, la ripresa è ancora fragile e la disoccupazione aha raggiunto livelli inaccettabili. Sul fronte bancario, invece, il Fondo ritiene che gli istituti italiani debbano sviluppare il mercato dei debiti deteriorati e per aiutare le banche ad istituire società di gestione dei crediti in sofferenza: "si potrebbero valutare misure regolatorie o incentivi fiscali, garantendo che gli attivi deteriorati siano trasferiti a valore di mercato".

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