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Ius soli, Manconi: “Sciopero della fame fino all’ultimo minuto della legislatura per attuarlo”

Il senatore Luigi Manconi (Pd) è al suo quarto giorno di sciopero della fame: “L’ho annunciato per consentire la discussione sullo ius soli fino all’ultimo minuto disponibile”. Ma domani potrebbe essere l’ultimo giorno di questa legislatura.
A cura di Annalisa Cangemi
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Lo ius soli, la legge che concederebbe la cittadinanza alle persone nate in Italia, o che nel nostro Paese sono arrivate molto presto, è stata calendarizzata dopo l'approvazione della manovra, prevista per domani. Lo ius soli è stato approvato dalla Camera lo scorso ottobre e da allora è fermo in Senato in attesa di essere discusso. Il senatore Luigi Manconi (Pd) ha iniziato lo scorso lunedì lo sciopero della fame, per sostenere il provvedimento: "Ho annunciato lo sciopero della fame per accompagnare l'attività del Senato fino all'ultimo minuto disponibile per consentire la discussione sullo ius soli"– ha detto il senatore, contattato da Fanpage.it – "dunque se le forze me lo consentono andrò avanti fino a domani, quando l'attività del Senato, dopo l'approvazione della legge di Bilancio, purtroppo si concluderà".

Quante possibilità ci sono che il governo a questo punto ponga la fiducia sullo ius soli? Le Camere potrebbero essere sciolte tra Natale e Capodanno.

"Le possibilità a questo punto sono vicino allo zero. Siamo alla vigilia di quello che rischia di essere l'ultimo giorno di questa legislatura. Ma non c'è nessuna ragione per cui si debba votare necessariamente il 4 marzo. Nessuno lo ha deciso, questa è una decisione che spetta soltanto al Presidente della Repubblica Mattarella. Gli ho chiesto infatti di consentire al Senato di lavorare ancora, e basterebbero pochi giorni, due o tre al massimo, anche all'inizio di gennaio 2018, permettendo così di discutere il provvedimento sullo ius soli e approvarlo. Ci sono i tempi tecnici, dal momento che appunto questa legislatura non è ancora conclusa, e nessuno ha indicato un termine, a meno che non si prendano per buone le indiscrezioni e le impressioni riportate da qualche giornale. Non vi è nessuna decisione formalizzata e istituzionale".

Siamo comunque in campagna elettorale, e questo tema viene associato, a torto, da alcuni cittadini a una questione di sicurezza e al rischio di un'invasione di migranti. Questo è il motivo per cui si è scelto di accantonarlo in questi mesi? 

"Questo è il motivo dichiarato e che una parte importante del centrosinistra ritiene decisivo. Come se l'approvazione dello ius soli dovesse suscitare un grave allarme sociale tra gli elettori, e potesse scoraggiarli dal votare per il centrosinistra. Io ritengo questa motivazione totalmente infondata, priva di qualsiasi collegamento con la realtà, con i sentimenti veri, con la percezione collettiva. Sono fantasmi. Questo disegno di legge è stato approvato dalla Camera oltre due anni fa, c'era quindi un tempo enorme per terminare l'iter. Dire che "non ci sono i numeri" è una risposta da clima elettorale, da alterazione della realtà dovuta all'enfasi di tutte le campagne elettorali, che ingigantiscono i problemi, e inducono a rinunciare alla politica".

Si spieghi meglio. 

"Io non ho mai pensato che l'approvazione dello ius soli fosse una passeggiata. Mi occupo di immigrazione e asilo da 25 anni e so che è un tema destinato a produrre inquietudine, fatica. Il che ci deve rendere ancora più decisi ad affrontarlo con intelligenza e razionalità, abbandonando tutta la retorica della solidarietà e concentrandoci su altro, cioè su categorie come "economia" e "demografia", che ci fanno ritenere l'immigrazione non solo inevitabile ma anche necessaria. Se lavorassimo così non ci troveremmo assediati dalla propaganda dell'odio da una parte, e dall'altra dall'ingenuità di chi pensa che la società multietnica sia un surrogato di una società pacifica di liberi e uguali. La convivenza invece è molto difficile e dolorosa. 

Sopravvive secondo lei una retorica del "buonismo" nell'approccio a questo tema?

Da dieci anni a questa parte la retorica ingenua della "fratellanza" è rimasta in modo molto residuale, appartiene a una minoranza. La gran parte di chi lavora nel campo dell'immigrazione, compreso l'associazionismo laico e religioso si affida più a cuna concezione basata sui doveri e sui diritti. Questo è ormai un argomento polemico e ideologico utilizzato dalla destra. E' solo un retaggio che deve essere superato. 

Secondo lei la paura che l'approvazione dello ius soli possa esporre gli italiani a nuovi rischi è influenzato dal fatto che la sinistra ha dato l'impressione agli elettori di aver tralasciato i temi della sicurezza? Ci sono stati degli errori?

"Da decenni sento dire tutto questo. Tanti opinionisti lo pensano. Potrei rovesciare questo discorso dicendo che l'errore della sinistra è stato piuttosto quello di voler imitare maldestramente la destra, assumendo con goffaggine e superficialità il tema della sicurezza. "Solidarietà" e "sicurezza" sono un binomio che esiste da tempo, coniugarle è difficile. Il ministro Minniti non sta forse attuando politiche legate alla sicurezza? Ma non è l'unica personalità di sinistra che ha avuto questo orientamento. Ci sono sempre state varie componenti all'interno della sinistra che hanno privilegiato questo approccio. E negarlo significa affrontare la questione in modo ideologico, e non è di nessuna utilità. Ho raccolto le firme di quattro ministri degli Interni degli ultimi anni, di diverso orientamento culturale e politico,  Enzo Bianco, Beppe Pisanu, Anna Maria Cancellieri e Rosa Russo Jervolino, che hanno sottoscritto un documento in cui affermano che la riforma della cittadinanza costituisce un importante contributo alla convivenza pacifica, alla sicurezza collettiva, al rafforzamento del legame sociale. Ed è quello che pensa anche l’attuale ministro Minniti. Nessuno di questi ex ministri è ascrivibile alla sinistra, tranne, ma in modo moderato, Enzo Bianco. Gli altri sono due democristiani e un tecnico". 

E' stato approvato il Biotestamento in queste ultime battute della legislatura, una riforma importante nel campo dei diritti, ma molto divisiva. E si è scelto di dare la precedenza a quella legge, rispetto allo ius soli. Come mai?

"Io rifuggo da ogni analisi complottistica. All'inizio di questa legislatura tenevo allo ius soli con la stessa intensità con la quale tenevo al Biotestamento. Il 15 marzo del 2013, primo giorno dell'attuale legislatura, tornato in Parlamento dopo 12 anni, ho presentato due disegni di legge, uno sul reato di tortura e sul Biotestamento. Per quattro anni e dieci mesi tutti abbiamo pensato che mai si sarebbe approvato. Era una legge più divisiva e lacerante dello ius soli, perché vedeva la contestazione irriducibile delle gerarchie cattoliche. Ciononostante in un paio di settimane è stato approvato. Le gerarchie cattoliche si sono rivelate meno aggressive di quanto si temesse. Semplicemente si è fatto un conto dei voti, e una volta capito che il M5S  probabilmente avrebbe votato a favore della legge sul fine vita, l'esito è stato che il Biotestamento disponeva di un numero maggiore di consensi rispetto a quelli che ci sarebbero stati a favore dello ius soli. Questo è stato il ragionamento".

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