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Gli USA stanno indagando su oltre 650 casi di UFO: la metà è sotto analisi prioritaria

Durante un’udienza con una commissione del Senato un funzionario del Pentagono ha spiegato che sono oltre 650 gli UFO – o meglio, UAP – sui quali si sta indagando. Sono aumentati di 150 in pochi mesi. Circa la metà è sotto indagine prioritaria.
A cura di Andrea Centini
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Negli ultimi anni sono aumentati sensibilmente gli avvistamenti di UFO, o meglio, di UAP , acronimo di fenomeni aerei non identificati (Unidentified Aerial Phenomena), la definizione scelta dagli esperti per affrancarli dagli elementi “pop” che caratterizzano il nome più popolare. L'interesse per la questione è salito a tal punto che gli Stati Uniti hanno recentemente creato un dipartimento specifico interno al Pentagono (il Ministero della Difesa), chiamato “All-domain Anomaly Resolution Office”. A dirigere l'ufficio il dottor Sean Kirkpatrick, che in questi giorni ha presentato un nuovo rapporto al Senato sugli UAP che hanno coinvolto gli USA. Il numero è aumentato di oltre 150 unità nel giro di pochi mesi, passando dai 500 circa segnalati nell'ultimo rapporto annuale dal medesimo ufficio a oltre 650. Circa la metà di essi è sotto indagine prioritaria.

La ragione di questo interesse è molto semplice: una delle spiegazioni più plausibili degli avvistamenti anomali, infatti, non è la tecnologia extraterrestre – comunque non esclusa a priori -, bensì quella di Paesi stranieri ostili. In parole semplici, potrebbe trattarsi di droni controllati da remoto (senza equipaggio umano) per sorvegliare e raccogliere informazioni, un po' come si teme per il gigantesco pallone aerostatico cinese che negli scorsi mesi ha sorvolato diversi Stati degli USA. Sono dunque considerati potenziali minacce alla sicurezza nazionale e per questo devono essere studiati a fondo, con risorse e un intero ufficio ad hoc, alla luce dell'incremento significativo degli ultimi anni. Molto spesso si tratta di artifici tecnici, anomalie della strumentazione e oggetti innocui come sonde meteorologici, in altri non vi è una spiegazione chiara.

Fra i casi presentati da Kirkpatrick alla commissione del Senato ve ne sono due declassificati: uno risolto e l'altro rimasto irrisolto. Per quanto concerne quello risolto, il funzionario del Pentagono ha spiegato che si trattava di un oggetto registrato in video da due droni MQ-9 in volo al largo dell'Asia meridionale. L'UAP sembrava avere una scia di propulsione (non sempre presente in questi avvistamenti) considerata “veramente anomala”, dall'analisi preliminare. Analizzando fotogramma per fotogramma, come riportato dalla CNN, gli esperti sono giunti alla conclusione che si trattava di una cosiddetta “immagine ombra”. Era prodotta nell'infrarosso dai motori di un aereo di linea che volava nei pressi dei due droni MQ-9 Reaper, lo stesso modello di velivolo abbattuto sul Mar Nero nelle scorse settimane da jet russi attraverso “manovre spericolate”. Per quanto riguarda il fenomeno irrisolto, si tratta invece di un UAP ripreso in Medio Oriente nel 2022; si vede l'oggetto mentre entra ed esce di continuo dalle immagini catturate dalla telecamera di un altro drone MQ-9, impiegato principalmente per missioni di intelligence, sorveglianza e ricognizione (ma può essere equipaggiato con armi). Il solo video, in questo caso, non è sufficiente per determinarne la natura.

La commissione del Senato ha chiesto a Kirkpatrick se vi fossero indizi su eventuali tecnologie straniere particolarmente avanzate, messe a punto ad esempio da Russia e Cina. Il funzionario ha spiegato che questi Paesi rischiano di più rispetto agli USA durante la sperimentazione, aggiungendo che tali tecnologie potrebbero essere impiegate contro gli Stati Uniti nell'ambito dell'ISR (Intelligence, Sorveglianza e Ricognizione). Non ci sono tuttavia prove del loro impiego, ma il funzionario ha aggiunto di avere “segnali preoccupanti”. Per quanto concerne la tecnologia aliena, ad oggi non è stata trovata “alcuna prova credibile di attività extraterrestre, tecnologia extraterrestre o oggetti che sfidano le leggi conosciute della fisica”, ha chiosato il funzionario.

Di UAP se continuerà a parlare ancora a lungo, anche in Italia, dove sono riconosciuti con l'acronimo di OVNI (oggetti volanti non identificati). Dal 2019 a oggi sono 11 quelli registrati dall'Aeronautica militare del nostro Paese.

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