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Inchiesta rifiuti in Veneto, Morra: “300mila euro per bloccarla? Fanpage.it ha dimostrato dignità”

Nicola Morra, presidente della Commissione Antimafia, ha commentato l’inchiesta di Fanpage.it sul business del compost in Veneto e il tentativo dei vertici della Sesa, azienda con sede a Este, di bloccare il reportage offrendo al giornale 300mila euro in investimenti pubblicitari: “Si parla poco di corruzione nei confronti di giornalisti per bloccare inchieste scomode. Fanpage.it ha dimostrato e documentato la sua integrità morale”.
A cura di Ida Artiaco
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"Parliamo tanto di corruzione in procedure pubbliche, ma poco di corruzione nei confronti di giornalisti per bloccare inchieste scomode". È questo il commento di Nicola Morra, presidente della Commissione Antimafia, al lavoro di Fanpage.it sullo scandalo compost in Veneto: alla redazione era arrivata un'offerta economica di 300mila euro come investimento pubblicitario sul giornale diretto da Francesco Piccinini per fermare la pubblicazione del reportage. "300mila euro per fermare un’inchiesta giornalistica. 300mila euro per impedire di scoperchiare la verità o almeno porre dei dubbi sull’operato della Sesa di Este", sottolinea ancora Morra, in un post condiviso sul suo profilo Facebook.

Il presidente della Commissione antimafia plaude infine al lavoro dei giornalisti che hanno realizzato l'inchiesta. "I giornalisti di Fanpage – ha continuato – non solo hanno realizzato un reportage necessario, ma dimostrato e documentato la loro integrità morale. Certo che 300mila euro ad un giornale fanno comodo, ma Fanpage ha dimostrato che fa molto più comodo avere dignità e integrità per i propri lettori".

L'inchiesta in questione, condotta dal nuovo team investigativo Backstair del giornale online, riguarda la Sesa, colosso padovano dell'asporto dei rifiuti con sede a Este. Le nostre telecamere hanno mostrato che nel compost, cioè il derivato del trattamento del rifiuto umido che poi viene sversato nei campi come fertilizzante, sarebbero presenti plastiche e altri residui come idrocarburi pesanti e metalli come zinco e rame. Per evitare che quelle immagini finissero in rete, i vertici dell'azienda hanno chiesto un incontro privato con il direttore della testata, Francesco Piccinini, e il capo della cronaca, Giorgio Scura, per proporgli un investimento di 300mila euro in pubblicità, provando in questo modo a mettere sotto silenzio tutta la vicenda. "Basta che non ci rompiate troppo le palle", dice Fabrizio Ghedin, addetto stampa del socio privato dell'azienda, Angelo Mandato, che è registrato a sua insaputa. Ghedin è anche un consulente del Governo, è lo spin doctor di Vannia Gava, la sottosegretaria leghista del Ministro dell'ambiente.

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