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Opinioni

Il prossimo premier? Beppe Grillo, of course

In un momento particolarmente complesso per il nostro Paese, abbiamo tastato il polso dei nostri lettori su facebook. E i dati ricavati sono estremamente interessanti.
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Che si voti a novembre o nella primavera del 2013, conta relativamente poco, dal momento che i partiti sono già in piena campagna elettorale. Lo dimostra il braccio di ferro sulla riforma della legge elettorale, lo confermano le indiscrezioni sulle alleanze, le rotture improvvise anche all'interno dei singoli partiti e l'infuocarsi della discussione sulla leadership. Ma soprattutto che sia partito il conto alla rovescia è evidente dalla crescente esposizione mediatica dei leader o degli aspiranti tali, oramai "costretti" ad intervenire su tutto, dal Porcellum alla Siria, dalle Olimpiadi di Londra al deferimento di Antonio Conte. E, tra le altre cose, sempre più coinvolti nella "nuova frontiera" (almeno per gran parte di loro…) dei social network, con tutto ciò che comporta in tema di attenzione all'ascolto, condivisione delle informazioni e ampliamento (almeno teorico) della partecipazione.

Una "scoperta tardiva" che testimonia anche la distanza della politica dai cittadini, tanto è vero che le vere novità sostanziali degli ultimi anni, "movimenti" anti casta, mobilitazione referendaria (contro nucleare, privatizzazione acqua e legittimo impedimento) e Movimento 5 Stelle, sono essenzialmente nate e cresciute in Rete. Ma tant'è, considerando che le prossime elezioni saranno le prime consultazioni politiche "presumibilmente decise" (ma di certo pesantemente influenzate) dalla mobilitazione online. Non che "il popolo del web" sia una sorta di entità astratta o idealizzabile, sia chiaro. Ma certamente appare pacifico quanto le dinamiche della costruzione del consenso ai tempi dei social network siano necessariamente diverse da quelle tradizionali. Noi di fanpage, abbiamo perciò voluto tastare il polso dei nostri lettori su facebook e da qualche giorno abbiamo "aperto le urne virtuali" sulla nostra pagina ufficiale, chiedendo di rispondere ad un quesito tutto sommato banale.

NB: Ovviamente si tratta di una rilevazione parziale che per di più non tiene conto del meccanismo elettorale con il quale si calcoleranno i voti: una sorta di "orientamento personale" dei nostri lettori, insomma.

Quale leader vorresti alla Presidenza del Consiglio? Tra le alternative proposte, i leader dei principali partiti nonché personaggi che più o meno direttamente avevano manifestato ambizioni in tal senso. Ovviamente si tratta di una pura speculazione teorica, con qualche forzatura necessaria: l'assenza di Mario Monti, del cui gradimento abbiamo parlato in separata sede, la presenza di Grillo (che ha più volte detto di non volersi candidare) e quella di Alfano, che certamente farà da scudiero a Silvio Berlusconi. Ciononostante i riscontri ottenuti si prestano ad una qualche interpretazione interessante e riflettono in ogni caso una tendenza evidenziata anche da sondaggi "classici" e certamente meglio strutturati.

Ad una domanda così secca in effetti si tende a rispondere "polarizzando" la risposta, ovvero individuando due o più "antagonisti" e operando su tale base una scelta decisa. E' quanto avviene con buona evidenza anche in questo caso. Beppe Grillo infatti stacca tutti, ottenendo fiducia da quasi un utente su 3 (il 33,3% per la precisione). Sorprende in qualche misura il "ritorno in grande stile" di Silvio Berlusconi con il 19,2 dei consensi, mentre sul gradino più basso del podio sale Pierluigi Bersani con il 18,8%. Più distante, ma comunque con un buon risultato il leader di Sinistra Ecologia e Libertà Nichi Vendola (10,1%), seguito a ruota da Matteo Renzi che ottiene un lusinghiero 8,5%. Staccati infine Antonio Di Pietro (3,5%), Angelino Alfano (3,3%), Luca Cordero di Montezemolo (1,8%), Roberto Maroni (0,8%) e Pierferdinando Casini (0,7%).

Tecnicamente dunque la nostra "rivelazione" conferma le sensazioni e le analisi di clima rilanciate da buona parte dei media nelle ultime settimane. E' chiaro che la stella di Beppe Grillo resta il principale catalizzatore di consensi del Movimento 5 Stelle e proprio per questo non risulti superfluo ipotizzare qualche problema di "successione", nel momento in cui l'ex comico confermasse la sua volontà di non candidarsi in prima persona per guidare il Paese. Confermato anche il "mini effetto B." con il Cavaliere che resta sempre il punto di riferimento per il suo elettorato, ma che sconta le difficoltà degli ultimi mesi. Diverso in parte il discorso su Pierluigi Bersani, dal momento che il segretario non è mai stato una "prima donna", pur rimanendo (basterà un confronto incrociato anche con altre rilevazioni) il candidato principale alla guida del Paese per i prossimi anni. Se non altro magra consolazione quella di aver distanziato due "ex antagonisti", il Governatore della Puglia Nichi Vendola (che certamente sconta la bassissima visibilità a livello mediatico) ed il Sindaco di Firenze Matteo Renzi che comunque, pur tra le mille difficoltà di un partito "alla ricerca di identità", rappresenta un punto di riferimento per parte dell'elettorato di centrosinistra. Poco da segnalare per l'area di centro, ma del resto è abbastanza chiaro che il candidato ideale di Casini e compagni resta sempre un certo Mario Monti.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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