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Tre mesi fa la scomparsa della piccola Maëlys, la mamma pubblica un video su Facebook

Non c’è traccia della piccola Maëlys de Araujo, la bambina di 9 anni sparita durante un matrimonio in Francia il 27 agosto 2017. La mamma ha pubblicato un video su Facebook per mantenere viva l’attenzione sulla vicenda.
A cura di Susanna Picone
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Sono trascorsi tre mesi dalla misteriosa scomparsa di Maëlys de Araujo, la bambina di nove anni sparita durante una festa di matrimonio in Francia, a Pont-de-Beauvoisin nell’Isère, il 27 agosto 2017. Per mantenere viva l’attenzione sulla vicenda la mamma della bambina, Jennifer Cleyet Marrel, ha pubblicato un video su Facebook e ricordato il dramma che la sua famiglia sta vivendo. “Tre mesi insostenibili senza di te –  è quanto ha scritto la mamma della bambina scomparsa – la tua lotta è la nostra battaglia, noi saremo sempre qui per te”. Nel video diffuso su Facebook scorrono, accompagnate da una canzone, diverse fotografie della bimba.

Le indagini sulla scomparsa della bambina in Francia

Le indagini sul giallo di Maëlys sembrano essere arrivate a un punto morto. Il principale sospettato del rapimento della bambina è un ex militare di trentaquattro anni che è stato fermato e incriminato dopo che una traccia di dna della bambina scomparsa è stata trovata nella sua auto. L’uomo ha successivamente ammesso di averla fatta salire in macchina durante la festa di matrimonio ma non ha spiegato quanto accaduto dopo. “Contro di me un insieme di fattori sfortunati, ma sono innocente: la bambina è salita sulla mia auto con un amichetto, per vedere il mio cane”, aveva detto l’uomo. A rendere la sua posizione ancora più ambigua il fatto che la mattina dopo la scomparsa della bambina si era affrettato a lavare la macchina: un gesto giustificato, a suo dire, dalla necessità di venderla. Recentemente i suoi avvocati hanno presentato la richiesta di annullare il provvedimento per vizio di forma. Nei mesi scorsi era intervenuta anche la madre del sospettato, la quale aveva voluto rispondere all’appello dei genitori della bambina che avevano chiesto a chiunque possa aiutare gli inquirenti a farsi avanti. La donna aveva detto che avrebbe tentato di convincere il figlio a dire tutto quello che sa.

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