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Gay suicida, si indaga per istigazione: nella lettera parlava di vessazioni

Simone, il giovane di 21 anni che si è tolto la vita a Roma, avrebbe fatto riferimento in una lettera-denuncia a vessazioni subite negli ultimi mesi. Si ipotizza il reato di istigazione al suicidio.
A cura di Susanna Picone
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Simone, un giovane gay 21enne di Roma, la notte tra sabato e domenica scorsa si è lasciato cadere dall’undicesimo piano di un ex pastificio che si trova alla periferia est della Capitale. Si sarebbe tolto la vita perché vessato e insultato in quanto omosessuale. Sul drammatico caso è stata aperta un’inchiesta: nel procedimento si ipotizza il reato di istigazione al suicidio. Nella lettera che il 21enne gay ha lasciato in uno zainetto si fa riferimento, secondo quanto si apprende, alle vessazioni da lui subite negli ultimi mesi. Il giovane non avrebbe fatto alcun nome ma, stando a chi indaga, dalla sua lettera emergono “elementi chiari del disagio che provava”.

Inquirenti al lavoro per far luce sul suicidio – Sulla natura di queste persecuzioni la procura, attraverso l’aggiunto Pierfilippo Laviani e il pm Antonio Clemente, intende far luce. Gli uomini della scientifica hanno escluso che il ragazzo fosse salito sull’edificio da cui si è gettato insieme a qualcuno. Ma gli investigatori si chiedono perché abbia scelto quel luogo lontano dalla sua abitazione (il 21enne viveva con la famiglia a Centocelle). E intanto, da quanto si apprende, gli inquirenti sono ancora al lavoro sul cellulare della vittima e sui social network. Risposte importanti alle indagini potrebbero arrivare inoltre dalla sorella del ragazzo che era a conoscenza della omosessualità del 21enne.

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