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Garlasco, dopo 7 anni la scoperta: “Stasi sostituì i pedali della bicicletta”

Dopo sette anni di indagini sull’omicidio di Chiara Poggi, a sorpresa arriva una nuova ricostruzione dei fatti da parte dei legali di Parte Civile nel processo contro Alberto Stasi.
A cura di Antonio Palma
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Dopo sette anni di inchieste, perizie, accertamenti e processi, sul caso Garlasco arriva a sorpresa un colpo di scena: una nuova ricostruzione dei fatti da parte dei legali di parte civile. Alberto Stasi, l'ex fidanzato di Chiara Poggi e unico imputato nel processo per l'assassino della ragazza, avrebbe sostituito i pedali di una delle biciclette che lui e Chiara usavano, finita poi al centro di una lunga disputa processuale. Come racconta Giusi Fasano sul Corriere della Sera, a sostenere questa nuova tesi è il legale della famiglia Poggi, costituita come parte civile nel processo contro Stasi. L'avvocato  Gian Luigi Tizzoni infatti ha appena depositato alla Corte d'appello una nuova memoria in cui si spiega che "i pedali montati sulla bicicletta bordeaux — che si chiamano Wellgo e sui quali cerano tracce del Dna di Chiara — non erano gli originali, trovati invece sulla Luxury nera" vista da una donna fuori dalla casa della vittima. Secondo la nuova ricostruzione del legale, Stasi si sarebbe effettivamente recato dalla fidanzata e dopo averla uccisa sarebbe andato via con una bicicletta nera, che però recava sui pedali delle tracce del sangue della ragazza.

La nuova ricostruzione del delitto di Garlasco

Durante le indagini successive, però, una testimone parlò proprio di una bici nera e quindi, sempre secondo la parte civile nel processo, Stasi avrebbe provveduto a sostituire i pedali con quelli della bici bordeaux, pensando che la bicicletta nera sarebbe stata sequestrata dagli inquirenti. Per una serie di evenienze casuali, però, gli inquirenti sequestrarono invece proprio quella bordeaux che a quel punto montava i pedali con le tracce ematiche di Chiara Poggi (circostanza sempre smentita dalla difesa). La bici nera invece non venne sequestrata perché, secondo il maresciallo dei carabinieri che si occupò del caso, non corrispondeva alla descrizione della testimone. Ora, dopo più di sette anni dall'omicidio di Garlasco, la bici nera invece è stata fatta sequestrare e si è potuto scoprire così che vi era stato uno scambio di pedali proprio con quella bordeaux, certificato da documenti dell’azienda produttrice e ora allegati agli atti del processo.

Il nuovo processo di appello contro Alberto Stati

La nuova ricostruzione dei fatti del delitto di Chiara Poggi probabilmente sarà sostenuta anche dal procuratore generale Laura Barbaini che sostiene l'accusa in aula. Per il momento ancora non si sa se la questione dei pedali delle bici avrà un ruolo decisivo nel processo di Appello bis ad Alberto Stasi, ma sicuramente rilancerà una nuova battaglia legale tra le parti tra perizie e contro perizie. Purtroppo però dopo due assoluzioni per Stati e la sentenza della Cassazione che ha fatto riaprire il caso in Corte d'Appello, ad oggi per la giustizia italiana l'assassino di Chiara Poggi ancora non ha un nome.

Parla Gianluigi Tizzoni avvocato di Giuseppe e Rita Poggi

"Se il 14 agosto 2007 si fosse sequestrata quella bici nera da donna, quella di cui io chiedo perlomeno l'acquisizione da anni, forse poteva cambiare tutto il quadro probatorio", lo ha affermato con amarezza l'avvocato Gianluigi Tizzoni dopo aver presentato la memoria in Tribunale per il processo di appello bis ad Alberto Stasi. Il legale dei Poggi infatti ha voluto ricordare "l'assurdità" del fatto che la bicicletta nera da donna al centro del caso non venne sequestrata dall'ex maresciallo dei carabinieri della caserma di Garlasco. Il militare in effetti decise di non prelevarla dall'officina degli Stasi perché non aveva il portapacchi nero come aveva invece descritto la testimone. Su questa questione qualche mese fa per conto dei genitori di Chiara lo stesso avvocato Tizzoni ha presentato una denuncia in procura a Pavia nei confronti del carabiniere per falsa testimonianza sottolineando che "la bici in realtà ha il portapacchi". Il procedimento giudiziario è  ancora in corso.

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