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“Vogliamo essere donne libere”, l’ultimo video della Youtuber Najma morta nell’attentato di Kabul

Si chiamava Najma Sadeqi, aveva 20 anni, ed era una Youtuber e aspirante giornalista. È morta nell’attentato di Kabul per mano dell’Isis lo scorso 26 agosto. Nel suo ultimo video, pubblicato una settimana prima della sua morte, quando era ormai costretta a rimanere in casa, racconta del clima di terrore che si respira in città e di quei sogni infranti per tante donne: “Pregate per noi affinché i nostri sogni non svaniscano così come le nostre speranze, affinché possiamo essere le donne che eravamo prima, libere e felici di nuovo e accanto alle persone che amiamo”
A cura di Chiara Ammendola
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Najma Sadeqi nel suo ultimo video del 18 agosto
Najma Sadeqi nel suo ultimo video del 18 agosto

"Non potrò registrare questi video ancora per molto, per questo vi chiedo di pregare per tutti noi affinché i nostri sogni non svaniscano così come le nostre speranze, affinché possiamo ritornare a essere le donne che eravamo prima, libere e felici di nuovo e accanto alle persone che amiamo", sono parole piene di dolore quelle pronunciate in un video da Najma Sadeqi, aspirante giornalista e Youtuber afghana. Le immagini risalgono al 18 agosto, quattro giorni dopo la presa di Kabul da parte dei Talebani e sono le ultime immagini di Najma, uccisa il 26 agosto nell'attentato all'esterno dell'aeroporto di Kabul rivendicato dall'Isis: 13 i militari statunitensi morti e 169 le vittime civili afghane. Tra queste c'era anche Najma, che aveva solo 20 anni e studiava per diventare giornalista, intanto raccontava la sua vita, e quella della sua città in numerosi video poi postati sui social. Negli ultimi tempi aveva iniziato a collaborare con il canale Youtube "Afghan Insider" attraverso cui raccontava la vita dei giovani afghani nel Paese. Ed è nel suo ultimo video pubblicato sul canale che la 20enne racconta del clima di terrore che si respira a Kabul dopo la caduta del governo e l'arrivo dei Talebani.

Najma Sadeqi in un frame di un video precedente all'arrivo dei Talebani
Najma Sadeqi in un frame di un video precedente all'arrivo dei Talebani

"Da quando non ci è permesso uscire, l'unica cosa che posso fare è registrare un video per salutarvi e chiedere che preghiate per noi – spiega Najma – la vita qui è diventata difficile soprattutto per chi un tempo viveva da donna libera e felice. Siamo chiusi in casa e non abbiamo il coraggio di uscire, di tornare al lavoro o all'universiità, non possiamo più studiare. Al contrario di quanto dicono i Talebani che raccontano al mondo di non avere problemi con le donne che vanno a scuola o che lavorano, beh, vi dico che non è vero, noi sappiamo di cosa sono capaci. Prima dell'arrivo dei Talebani lavoravo così da potermi pagare gli studi per realizzare il mio sogno di diventare giornalista, e come me tante altre donne vogliono lavorare o studiare, mentre non ci resta che restare qui in attesa che la situazione migliori. Non potrò registrare questi video ancora per molto, per questo vi chiedo di pregare per tutti noi affinché i nostri sogni non svaniscano così come le nostre speranze, affinché possiamo ritornare a essere le donne che eravamo prima, libere e felici di nuovo e accanto alle persone che amiamo". 

Dopo qualche giorno Najma ha provato a raggiungere l'aeroporto di Kabul insieme ad alcuni cugini, non è ancora chiaro se con la speranza, come tanti civili di poter salire a bordo di uno dei voli militari e lasciare così l'Afghanistan o per provare a raccontare ciò che stava accadendo. Ma è all'esterno dell'aeroporto dove per giorni si sono ammassate migliaia di persone, di donne e di bambini, che la giovane Youtuber ha perso la vita, uccisa per mano dell'Isis nell'attentato del 26 agosto. La sua morte è stata confermata da alcuni colleghi che come lei raccontavano Kabul attraverso gli occhi dei ragazzi: "In molti hanno iniziato a lavorare per diversi canali Youtube – hanno raccontato alla CNN – non solo per guadagnare qualcosa ma anche per poter mostrare al mondo quanto la loro vita fosse migliorata negli ultimi anni. Poi sono arrivati i Talebani e tutto è cambiato: non giriamo più, siamo controllati, terrorizzati e soprattutto inermi".

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