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Usa, morto il serial killer del dating game televisivo Rodney James Alcala

Rodney James Alcala, conosciuto come il Dating Game Killer, è morto per cause naturali nel carcere di San Francisco. L’uomo avrebbe ucciso 130 persone in tutti gli Stati Uniti negli anni ’70. Il suo soprannome deriva dal programma televisivo “Il gioco delle coppie”, al quale aveva partecipato in quegli anni.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Avrebbe ucciso almeno 130 persone in tutto il Paese. Rodney James Alcala è morto a 77 anni per cause naturali mentre era nel carcere di San Quintino, a nord di San Francisco. Alcala era conosciuto come il "Dating Game Killer" ed è stato uno dei maggiori serial killer degli Stati Uniti negli anni '70. L'uomo era stato condannato alla pena capitale nel 2010 per cinque assassinii compiuti in California, compreso quello di una ragazzina di appena 12 anni. Nel 2013 fu condannato ad altri 25 anni di carcere per aver commesso altri due omicidi a New York. L'uomo era malato da tempo ed era in cura presso l'ospedale di San Joaquin Valley.

Alcala era definito il "Dating Game Killer" perché era solito uccidere i giovani invitandoli a degli appuntamenti galanti. Il suo primo omicidio risale agli anni '70 dopo aver vinto un programma televisivo, "Il gioco delle coppie". Nel primo dating game italiano, il giocatore o la giocatrice doveva scegliere tre pretendenti nascosti da un muro basandosi sulla risposta data ai quesiti posti dal presentatore. Quando fu arrestato nel 1979, nel suo garage di Seattle sono state trovate più di mille foto di minori e di donne contenute in un archivio. In più vi erano effetti personali sottratte alle vittime. Rodney si era arruolato nell'esercito, ma aveva dovuto abbandonarlo presto a causa di disturbi mentali diagnosticati. A quel punto si era iscritto all'università Ucla, laureandosi con ottimi voti. Dopo il corso di studi, si era convinto di avere "un'intelligenza superiore". Tanto era sicuro della propria superiorità da essere sicuro di risultare introvabile per la polizia. Coltivava anche l'hobby per la fotografia che poi aveva reso un vero e proprio lavoro. Dopo una prima violenza sessuale ai danni di una bambina nel 1968, Alcala aveva cambiato nome, diventando un insegnante in un centro artistico per minori. Così è riuscito a sfuggire alla legge per 3 anni. Un poliziotto lo individuato a Los Angeles, permettendo così il suo arresto e la condanna. Alcala fu liberato nel 1974 ma presto tornò a commettere omicidi. La sua firma erano torture e gli strumenti utilizzati per infliggere dolore. Dopo aver fatto scempio dei corpi, scattava le foto. In certi casi rianimava le vittime per prolungarne l'agonia.

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