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Terremoto in Nuova Zelanda: 98 morti e 226 dispersi, ma non si perde la speranza

Il bilancio delle vittime del terremoto in Nuova Zelanda sale a 98 morti, mentre i dispersi sono 226. I soccorritori continuano a scavare.
A cura di Fernanda Pica
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Come aveva tristemente preannunciato il primo ministro neozelandese John Key, è purtroppo aumentato il numero delle vittime del violento terremoto in Nuova Zelanda, avvenuto alle 12,51 (ora locale) di martedì scorso, che ha registrato una magnitudo di 6.30 gradi della scala Richter.

La polizia locale, ha comunicato qualche ora fa, che si contano attualmente 98 morti accertati, mentre 226 persone restano ancora disperse tra le macerie di questa sconcertante catastrofe naturale, resa ancora più devastante dalla vicinanza dell'epicentro del sisma ad uno dei centri abitati più popolosi della Nuova Zelanda. Infatti il centro del terremoto è stato individuato a soli cinque chilometri dalla seconda città del Paese per numero di abitanti, Christchurch, dove risiedono circa 390mila persone. Questa sfortunata coincidenza ha reso questa tragedia una della calamità naturali più devastanti degli ultimi ottant'anni.

Nel frattempo, i mille soccorritori provenienti dagli Stati Uniti, dal Giappone e dalla vicina Australia continuano strenuamente le operazioni di salvataggio, scavando tra i resti di una città in parte rasa al suolo; e sebbene a partire da ieri pomeriggio non sia stato tratto in salvo alcun sopravvissuto, rimane sempre viva tra loro la speranza.

Particolarmente critica è la situazione attorno a ciò che rimane dell'edificio della Canterbury tv, completamente devastato dalla violenza del sisma. Nel grande palazzo, situato al centro di Christchurch, si trovavano al momento del terremoto 120 persone tra cui 11 studenti giapponesi. Mentre sotto le macerie della Cattedrale Anglicana della città si dovrebbero trovare intrappolate venti persone.

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