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Tensione Kosovo-Serbia, generale Camporini: “Ridistribuire confini o sempre nuovi pretesti”

“Bisogna ridistribuire i confini per poter appianare una volta per tutte le tensioni tra Kosovo e Serbia”, così a Fanpage.it il generale Vincenzo Camporini commenta i possibili venti di guerra sui due paesi.
Intervista a Generale Vincenzo Camporini
Ex capo di Stato maggiore dell'Aeronautica militare e della Difesa, nonché ex presidente del Centro Alti Studi della Difesa ed ex vicepresidente dello IAI
A cura di Chiara Ammendola
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Con l'aumentare delle tensioni nel nord del paese, a maggioranza serba, il governo del Kosovo ha deciso di rinviare di un mese l’entrata in vigore della legge che porterà al non riconoscimento dei documenti rilasciati dalla Serbia, ma il contingente Nato, presente al confine, formato soprattutto da italiani, si è detto "pronto a intervenire se la stabilità è messa in pericolo". Fanpage.it ne ha parlato con il generale Vincenzo Camporini, responsabile sicurezza e difesa di Azione, ex capo di Stato maggiore dell'Aeronautica militare e della Difesa, nonché ex presidente del Centro Alti Studi della Difesa ed ex vicepresidente dello IAI (Istituto Affari Internazionali). “Le tensioni alle quali stiamo assistendo sono lo specchio di un problema che ha radici politiche ben profonde – spiega il generale – ci sarebbe una soluzione, che potrebbe prevedere un aggiustamento dei confini dei due paesi, è una soluzione ardita ma efficace. Siamo dinanzi a una tensione che, se non cambiano i termini, non è destinata ad attenuarsi”.

Il generale Vincenzo Camporini
Il generale Vincenzo Camporini

Cosa sta succedendo in Kosovo? 
Sta maturando una situazione che purtroppo ha radici antiche che risalgono al momento in cui si decide l'attuale struttura geografica del Kosovo, un paese abitato da una larga parte da maggioranza albanese, e dall'altra parte da una maggioranza serba. Sono abbastanza ben divise, i serbi sono a nord del fiume Ibar mentre gli albanesi sono a sud dello stesso, poi ci sono altre enclavi, non parliamo di una carta geografica dipinta in modo uniforme. Si decide comunque di tenere insieme questa regione, pur in questa situazione, e si sono generate motivazioni per una tensione che va avanti da tempo e che purtroppo non ha modo di sfogarsi.

Cosa si può far per evitare che questa crisi degeneri?
Ci sarebbe una soluzione, che potrebbe prevedere un aggiustamento dei confini, nel senso che il confine nord orientale del Kosovo, nella parte serba, c'è una valle che è quella di Preševo, abitata al 90% da albanesi pur essendo territorio serbo. Se ci fosse qualcuno con il coraggio di proporre uno scambio di territori tra Kosovo e Serbia in questi termini: la valle di Preševo passerebbe al Kosovo mentre la zona nord dell'Ibar passerebbe alla Serbia. Così facendo credo che buona parte delle tensioni di cui oggi siamo spettatori potrebbero attenuarsi, è una soluzione ardita ma i negoziatori in questo senso potrebbero attivarsi.

Il presidente della Repubblica di Serbia, Aleksandar Vucic
Il presidente della Repubblica di Serbia, Aleksandar Vucic

In queste ore però le posizioni sono state tutt'altro che concilianti, da una parte e dall'altra
Parliamo di una tensione che ha radici antiche e che, se non cambiano i termini, non è destinata ad attenuarsi. Io non credo che si arriverà allo scontro armato, anche perché lì abbiamo una Nato che è presente con un contingente che conta circa 3.500 uomini, e noi ne abbiamo 5-600, e quindi la loro presenza dovrebbe essere un deterrente sufficiente a scoraggiare avventurismi, ma in queste situazioni l'incidente può sempre accadere, l'importante è che se accada resti circoscritto.

C'è il rischio che questa tensione resti latente per sempre 
Ci vorrebbe questo coraggio politico ma anche un po' di fantasia per cercare soluzioni a situazioni che sembra non ne abbiano. Un aggiustamento per le tensioni in atto sono sicuro che si troverà ma non sarà una soluzione definitiva a un problema che ha radici politiche ben profonde: fino a quando non verranno risolti ci saranno sempre nuovi pretesti per far aumentare la tensione.

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