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Si inietta cocaina nel pene e va in ospedale, il medico: “Organo ulcerato e gonfio, odore nauseante”

È accaduto negli Stati Uniti, dove un tossicodipendente è stato curato al Bronx Care Hospital Center con un mix di antibiotici. L’organo era “scuro, gonfio, ulcerato e trasudava un liquido dall’odore nauseante” ha spiegato il medico come si legge nel rapporto pubblicato sull’American Journal of Case Report.
A cura di Biagio Chiariello
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È un caso che inesorabilmente ha catalizzato l'attenzione mediatica e soprattutto quella dei social, quello riportato sull’American Journal of Case Report: un 35enne di New York City è stato costretto a ricorrere all’assistenza medica dopo essersi iniettato cocaina nel pene. Una pratica tutt'altro che nuova: spesso i tossicodipendenti utilizzano siti di iniezioni ‘alternativi' per la iniettare la sostanza stupefacente quando le vene del braccio, generalmente le più usate, sono troppo danneggiate a causa degli effetti della stessa droga (che solitamente è sniffata o fumata), definita "la più pericolosa del mondo" dal dottor Haider Ghazanfar del Bronx Care Hospital Center che ha avuto in cura il paziente. Il medico ha spiegato che lamentava "dolori terribili" al pene e allo scroto: l'organo era "scuro, gonfio, ulcerato e trasudava un liquido dall'odore nauseante". Tre giorni prima si era iniettato cocaina sulla vena dorsale del pene: ha ammesso di averlo fatto già altre volte in passato senza "alcuna complicazione".

Ma Ghazanfar ha evidenziato come in casi simili le conseguenze possono esserci eccome, anche perché, la cocaina negli Usa è spesso tagliata con il levamisolo che provoca un’infiammazione dei vasi sanguigni. Il rischio è a cancrena e quindi la morte dei tessuti. Nonostante i sintomi il 35enne si è rifiutato di sottoporsi all’intervento che lo avrebbe liberato dal tessuto cutaneo danneggiato. Di conseguenza ha ricevuto una terapia antibiotica endovenosa per cinque giorni. Una volta guarito ha lasciato la struttura e non è più tornato, rifiutando anche di intraprendere un percorso di disintossicazione.

La tomografia computerizzata del bacino eseguita con mezzo di contrasto ha mostrato un'edema sottocutaneo del pene con ulcerazione della punta dell'organo
La tomografia computerizzata del bacino eseguita con mezzo di contrasto ha mostrato un'edema sottocutaneo del pene con ulcerazione della punta dell'organo

Nel rapporto pubblicato il 23 febbraio 2022 sulla rivista scientifica peer-reviewed si legge:

Il nostro caso evidenzia l’importanza di raccogliere un’anamnesi completa dai consumatori di droghe per via endovenosa, poiché sono a rischio di iniettare droghe in siti insoliti, come la vena dorsale del pene. È importante che il medico informi i consumatori attivi di droghe per via endovenosa in merito alle possibili complicazioni dell’iniezione di droghe in siti di iniezione atipici e pericolosi.

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