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Savina Caylyn: familiari e cittadini a Montecitorio per chiedere la liberazione dei marittimi sequestrati dai pirati

Dopo settimane di manifestazioni pacifiche, oggi i familiari e i concittadini dei marittimi in ostaggio dei pirati somali hanno raggiunto Montecitorio per protestare contro l’indifferenza mostrata dal Governo sulla questione.
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Savina caylyn 4

8 febbraio 2011– 7 settembre 2011:  è in queste sette mesi che si è dispiegata la storia nota della Savina Caylyn e del suo equipaggio, ancora in ostaggio dei pirati somali. Oggi 7 settembre è stata la volta dell'ultimo capitolo finora scritto, di una storia che in molti sperano di vedere conclusa a breve e nel migliore dei modi possibili. All'alba di stamane, le comunità di Procida, Piano di Sorrento, Trieste e Gaeta, a cui appartengono i 5 marittimi italiani sequestrati, si sono dirette verso Roma, per una giornata di protesta dinanzi al Palazzo di Montecitorio.

Un viaggio per chiedere al governo la verità sulla vicenda e l'attuazione di soluzioni concrete, finalmente lontane dai silenzi dietro cui si è trincerato finora. Per mesi, i familiari hanno rispettato il silenzio imposto loro dalla Farnesina; per mesi hanno atteso con la pazienza che ha solo chi conosce la vita del mare, fatta di lunghe assenze e brevi ritorni a casa. Ma sette mesi sono un tempo eccessivamente lungo per chiunque, un periodo a cui si è deciso di mettere fine già da diverse settimane. Stamane, dopo essere arrivati a Roma, i familiari dei marittimi in ostaggio della motocisterna di proprietà dei Fratelli D'Amato hanno incontrato il presidente della Camera Fini che ha confermato il suo personale interesse per la questione, auspicando un intervento concreto del governo.

Come un lupus in fabula, la giornata romana dei familiari dei marittimi sequestrati è stata interrotta da una notizia che ha puntato ancora di più i riflettori sulla questione: alle 6.30 di questa mattina, l'elicottero della nave Andrea Doria, inviata in Somalia per monitorare la situazione della Savina Caylyn, e in generale quanto accade nel Golfo di Aden è stato raggiunto da colpi di arma da fuoco durante una ricognizione. L'ennesima constatazione che un intervento militare per dipanare la vicenda, in un'area dove le gang di pirati somali sono tanti e tali da spalleggiarsi a vicenda, potrebbe trasformarsi facilmente in una carneficina.

Nel pomeriggio il presidio di cittadini e manifestanti si è diretto verso il Senato dove hanno incontrato i sottosegretari agli Esteri, Enzo Scotti e Alfredo Mantica. Proprio l'incontro con Scotti ha fatto sì che attorno alle 18 la delegazione dei familiari dei marittimi fosse ricevuta da Gianni Letta. Per volontà del premier Berlusconi, raggiunto al telefono da Scotti, è toccato al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ricevere i familiari e trovare il filo per dipanare la vicenda della Savina.

Chi segue la questione saprà che nelle scorse settimane l'isola di Procida, dove è sorto il coordinamento di cittadini "Liberi subito", è stato il luogo delle manifestazioni pacifiche, delle fiaccolate, delle sfilate in barca: azioni simboliche volte a creare notiziabilità sulla vicenda dei marittimi sequestrati. Durante l'ultima di queste, il corteo fiaccolata, il coordinamento ha avvertito del passaggio alle azioni concrete, volte a ottenere risposte precise dal Governo. Adesso, la prossima tappa del coordinamento Liberi Subito, qualora il Governo non dovesse  proporre soluzioni concrete, è il Parlamento Europeo a Strasburgo.

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