Ragazze torturate e uccise in diretta social, migliaia in piazza in Argentina: caccia al mandante dei delitti

Migliaia di persone sono scese in piazza in Argentina chiedendo giustizia per le tre ragazze torturate e uccise durante una diretta social. Le tre vittime sono Lara Gutierrez, 15 anni, e le 20enni Morena Verdi e Brenda del Castillo.
I loro corpi, orribilmente mutilati, sono stati ritrovati mercoledì scorso in un'abitazione di Florencio Varela, nella provincia di Buenos Aires. Secondo gli inquirenti, citati dai quotidiani locali, il 19 settembre le tre ragazze sarebbero state attirate con l'inganno a una festa, torturate in diretta su un gruppo social, davanti a 45 persone, e poi uccise.
Dietro lo striscione con i nomi delle vittime e lo slogan: "Nessuna vita è usa e getta", la manifestazione è stata convocata ieri, sabato 27 settembre, dal movimento femminista ‘Ni una menos' (‘Non una di meno') a Buenos Aires.

Cortei analoghi si sono svolti anche a Bariloche, Córdoba, Rosario, San Juan e San Miguel de Tucumán, riferisce il sito Infobae. Nei gioni scorsi sei persone sono state arrestate, mentre un cittadino peruviano, sospettato di essere il mandante dei delitti, è ancora in fuga.
Il triplice femminicidio in diretta avrebbe avuto l'obiettivo di "punire" le ragazze per aver violato il codice delle gang, un monito per gli altri affiliati. In un video mostrato agli inquirenti da una delle persone arrestate si sentirebbe qualcuno dire: "Questo è ciò che succede a chi mi ruba la droga".
Le autorità hanno diffuso una fotografia del presunto mandante nella speranza che venga riconosciuto. Si tratterebbe di Tony Janzen Valverde Victoriano, 20enne peruviano, conosciuto nel mondo del narcotraffico come ‘Pequeño J'. Il giovane è nato nel dipartimento di La Libertad, circa 600 chilometri a nord di Lima.
Pequeño J, riferisce il quotidiano argentino Clarin, è stato localizzato in Argentina, nel Barrio Zavaleta di Buenos Aires, e nella notte tra mercoledì e giovedì ha evitato la cattura sfuggendo a un blitz delle forze dell'ordine. Il 20enne starebbe cercando di lasciare l'Argentina.

Sabato i parenti delle vittime hanno marciato verso il Parlamento chiedendo giustizia. "Le donne devono essere protette più che mai", ha detto ai giornalisti il padre di Brenda, Leonel del Castillo.
Nei giorni scorsi aveva detto di aver avuto difficoltà nell'identificare il corpo della figlia a causa degli abusi subiti. Secondo un gruppo di monitoraggio sui femminicidi nel Paese, citato dall'Agence France-Presse, in Argentina ogni 36 ore una donna viene uccisa da un uomo.