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Perché l’incontro tra Xi Jinping e Putin non cambierà le sorti del conflitto in Ucraina

Oggi primo incontro tra il presidente cinese Xi Jinping e quello russo Vladimir Putin. Sul tavolo i rapporti tra i due paesi ma sopratutto il conflitto in Ucraina: “La Cina sta mantenendo una posizione di ambiguità nei confronti della guerra in Ucraina e in generale della Russia – spiega a Fanpage.it Giulia Sciorati di ISPI – non è d’accordo col conflitto ma non è detto che interverrà per porvi fine”.
Intervista a Giulia Sciorati
Ricercatrice in studi cinesi presso l’Università degli studi di Trento e ricercatrice associata per il Programma Cina di ISPI
A cura di Chiara Ammendola
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Xi Jinping e Vladimir Putin
Xi Jinping e Vladimir Putin

È iniziato oggi il viaggio in Russia del presidente cinese Xi Jinping che ha per la prima volta, dall'inizio dello scoppio della guerra in Ucraina, ha incontrato il presidente russo Vladimir Putin. Lo ha fatto in un incontro i cui contorni sembrano essere già piuttosto definiti: Pechino ha infatti confermato, pur senza riferimenti diretti al conflitto, il pieno appoggio a Mosca.

“La Cina sta mantenendo una posizione di ambiguità nei confronti della guerra in Ucraina e in generale della Russia – spiega a Fanpage.it Giulia Sciorati, ricercatrice associata per il Programma Cina di ISPI – dal punto di vista cinese c'è sicuramente la volontà di far finire il conflitto, quanto sia forte questa volontà tanto da spingere Xi Jinping a prendere una posizione in prima linea è difficile dirlo. Il mandato di arresto nei confronti di Putin? La Cina ha sempre mantenuto una posizione distaccata rispetto alla Corte penale internazionale. Basti pensare al colpo di stato in Myanmar”

Stando a quanto trapelato finora dall'incontro tra Xi Jinping e Vladimir Putin ci si aspettava una posizione diversa della Cina? 
Si saprà qualcosa davvero sulla posizione della Cina e su cosa sarà questo summit alla fine dei vari incontri, quando avremo i comunicati ufficiali e sapremo quali sono le congruenze e le incongruenze in quelle che sono le prospettive russa e cinese in riferimento alla loro relazione bilaterale. Da quanto abbiamo visto finora però possiamo dire che la posizione di Xi Jinping è particolarmente diversa da quello che ci si aspettava, in generale la Cina ha trattato la relazione con la Russia, soprattutto in merito alla questione Ucraina, ma non solo, sempre in maniera comprensiva in riferimento al principio di salvaguardia della sicurezza nazionale, che è strettamente collegata alla sicurezza regionale.

Giulia Sciorati
Giulia Sciorati

Allo stesso tempo la Cina nel position paper che ha pubblicato qualche settimana fa in merito alla guerra in Ucraina inserisce un serie di considerazioni sulla salvaguardia dell'integrità territoriale che di fatto la portano a prendere una posizione in favore delle richieste e dei principi cari all'Ucraina, creando in qualche modo una frizione tra i due principi stessi. Quindi l'aspettativa anche rispetto a questo documento di recente pubblicazione era che si andassero a ritirare le posizioni tradizionali della Cina nei confronti delle relazioni con la Russia così come è stato, andando a mettere maggiore enfasi su questo principio di sicurezza nazionale così come è stato recentemente declinato e in qualche modo andando a supportare il punto di vista più russocentrico della guerra in Ucraina, ed è quello che sembra essere emerso dall'incontro finora. La Cina sta quindi mantenendo una posizione di ambiguità nei confronti della guerra in Ucraina e in generale della Russia.

Xi Jinping sta di fatto ignorando il mandato di arresto emesso dalla Corte penale internazionale nei confronti di Putin?
Riguardo la Corte penale internazionale la Cina è in una posizione molto difficile, anche in questo caso c'erano delle aspettative ben precise ma la Cina ci ha dimostrato in passato, relativamente ad altri paesi partner, di mantenere una posizione più distaccata rispetto all'Aja. Aspettarsi qualcosa di diverso sarebbe impossibile. Un esempio è quello del Myanmar: dopo il colpo di stato Pechino non ha mai preso in considerazione le recriminazioni avanzate dalla Corte penale internazionale

La Cina non subisce dunque la pressione occidentale su una possibile presa di posizione diversa rispetto alla Russia? 
Sicuramente la Cina è consapevole del fatto che ci siano delle aspettative occidentali, se così possiamo definirle, ma che queste vadano a provocare una pressione e quindi cambino il modo di agire del Paese è praticamente impossibile. La Cina ha dimostrato di voler non soltanto nel caso dell'Ucraina ma in generale nel corso degli ultimi 10 anni della sua politica estera di voler trovare una via nazionale unica riguardo il suo comportamento all'interno del sistema internazionale andando a creare alternative a quelli che sono i tracciati tradizionali occidentalocentrici, così come vengono chiamati in ottica cinese.

È ovvio che la posizione della Cina soprattutto rispetto alla Russia non aiuta il ruolo del paese a livello internazionale, col mondo occidentale, ma allo stesso tempo ha visto che questa posizione è stata sposata da gran parte dell'Asia, come l'India che mantiene una posizione ambigua. Ma la Cina è consapevole di stare perdendo potere reputazionale nei confronti dei paesi occidentali.

Secondo gli analisti la Cina è l'unico paese in grado di far cambiare idea a Putin rispetto alla guerra in Ucraina
Si è parlato tanto, soprattutto nelle ultime settimane, del ruolo che la Cina può avere in termini di sicurezza globale dopo il patto mediato tra Iran e Arabia Saudita. È sicuramente una posizione molto difficile quella di Pechino in questo momento, anche perché va al di fuori di tutte le esperienze avute in passato nell'ambito dei conflitti internazionali, perché la Cina ha sempre portato avanti l'idea che un conflitto deve essere risolto dai paesi interessati all'interno della regione.

La Cina l'ha detto tante volte di non essere felice della guerra in Ucraina che ha portato una grande instabilità del sistema internazionale che va ad accentuare una divisione già esistente tra un asse più orientale e un asse più occidentale. Che Xi Jinping possa essere l'unico leader internazionale che possa far cambiare idea a Putin non possiamo dirlo, ma è sicuramente in una posizione positiva rispetto agli altri leader perché ha un rapporto privilegiato con Mosca che può permettergli di portare Putin al dialogo. Dal punto di vista cinese c'è sicuramente la volontà di far finire il conflitto, quanto sia forte questa volontà tanto da spingere Xi Jinping a prendere una posizione in prima linea possiamo solo aspettare.

Xi Jinping chiamerà Zelensky?
Non si sa. Possiamo rispondere ma al momento si tratta di speculazioni. Sicuramente c'è stato uno scambio tra il ministro degli Esteri della Cina, Qin Gang e il suo omonimo ucraino Dmytro Kuleba prima della visita di Xi Jinping a Mosca, quindi un dialogo aperto con l'Ucraina ce l'ha, ma non abbia certezza del fatto che vada a livelli più alti.

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