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Naufragio al largo della Libia: annegati due bambini libici e un uomo siriano

Un migrante siriano e due bambini libici di età inferiore ai 15 anni sono annegati al largo della Libia. A rivelarlo la Mezzaluna Rossa.
A cura di Davide Falcioni
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I corpi di tre migranti sono stati recuperati in mare al largo del porto della città libica nord-occidentale di Zawiya. A riferirlo questa mattina la Mezzaluna Rossa.

L'organizzazione ha affermato che le vittime sono un uomo siriano e due bambini libici di età inferiore ai 15 anni: i loro cadaveri sono stati trasferiti in un obitorio dello Zawiya Teaching Hospital. Altri naufraghi sono stati soccorsi e tratti in salvo.

Nave abbandonata in mare per 9 giorni: 22 migranti morti

Tre giorni fa 22 migranti di nazionalità maliana sono stati trovati senza vita a bordo di un barcone salpato dalle coste libiche di Zuara il 22 giugno scorso. Sono rimasti in mare per nove giorni, senza alcun aiuto. Solo venerdì scorso, 1 luglio, è intervenuta la cosiddetta guardia costiera libica, il ramo di Zawiya, che ha raggiunto l'imbarcazione e riportato a terra 61 superstiti, tutti stremati. Alcuni di loro versavano in gravi condizioni, soprattutto a causa di disidratazione e ipotermia. Tre sono stati trasferiti dal personale dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) nell’ospedale di Zawiya, altri in diverse strutture sanitarie della zona. Sono stati proprio i sopravvissuti a riferire che 22 compagni di viaggio, tra i quali tre bambini, non erano riusciti a resistere per nove giorni sotto il sole cocente di giorno e al freddo di notte, con scorte di acqua e cibo molto limitate.

La portavoce Oim a Ginevra, Safa Msehli, ha commentato. "La continua perdita di vite nel Mediterraneo centrale è un dramma umanitario ma anche politico – afferma Msehli – Sappiamo che ci sono partenze e che la situazione in Libia è terribile. Chi viene intercettato finisce di nuovo in detenzione e nelle mani dei trafficanti. Però non vengono messe in campo operazioni istituzionali di ricerca e soccorso per evitare che avvengano queste tragedie, le Ong stanno facendo un lavoro enorme per riempire questo vuoto ma sono state lasciate sole. È una vergogna che la priorità non sia salvare vite umane".

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