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Militare indagato per tentato stupro, il volo per l’Egitto prenotato dall’ambasciata

Il biglietto per il volo di linea verso il Cairo sul quale si sarebbe imbarcato il militare egiziano accusato di tentato stupro a La Spezia sarebbe stato prenotato direttamente dall’ambasciata egiziana. Questo interesserebbe quindi i vertici governativi, creando così un vero e proprio caso diplomatico tra i due Paesi.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Sarebbe stato prenotato direttamente dall'ambasciata egiziana il biglietto del volo con cui un militare egiziano di 21 anni, accusato di un tentato stupro a La Spezia nel mese di marzo, sarebbe sfuggito all'ordine di arresto. Secondo gli investigatori, il tentativo di fuga sarebbe quindi stato orchestrato dai vertici dell'esercito del Cairo, aprendo in questo modo un caso diplomatico. Il sospettato, Mahmoud Mohamed Mabro, aveva soggiornato per qualche settimana a La Spezia con una delegazione.

Dopo il tentato stupro e il conseguente fermo, i carabinieri avevano ricevuto rassicurazioni dagli ufficiali egiziani sul fatto che non si sarebbe allontanato, almeno fino alla fine del soggiorno a La Spezia. L'accusato però aveva lasciato l'albergo de La Spezia appena ha ricevuto l'ordine di arresti domiciliari fatto scattare dal giudice per le indagini preliminari Mario De Bellis. La tentata violenza risale al 24 marzo. Il 26 marzo gli era stata notificata la prima informazione di garanzia, con l'intervento dell'ufficiale a capo della delegazione egiziana per fare da interprete. L'uomo sarebbe salito su un volo di linea già il 29 marzo: è partito dall'aeroporto di Roma per tornare al Cairo. Il biglietto è stato prenotato dall'ambasciata egiziana, tre giorni dopo la prima informazione di garanzia. Il 15 aprile il militare è stato dichiarato latitante.

L'ambasciata egiziana non ha commentato in alcun modo la vicenda. Si tratta di un ulteriore motivo di tensione tra il nostro Paese e il Cairo dopo la morte del ricercatore Giulio Regeni, la cui vicenda resta oscura in molti suoi particolari, e dopo l'arresto avvenuto un anno e mezzo fa dell'attivista per i diritti umani Patrick Zaky. Recentemente lo studente in Erasmus a Bologna è stato dichiarato cittadino italiano: il provvedimento potrebbe rappresentare un'arma in più nella lotta per il suo rilascio.

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