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Marco Zennaro colto da malore dopo la scarcerazione, i famigliari: “Non sta bene: è debilitato”

È stato colto da un malore a poche ore dalla sua scarcerazione Marco Zennaro, l’imprenditore veneto arrestato in Sudan e rilasciato ieri dopo più di due mesi di detenzione nella cella del commissariato di Khartoum. Nelle prossime ore sarà visitato da una equipe di medici e sottoposto a tampone Covid. Intanto i famigliari a Fanpage raccontano quanto Marco sia provato e allo stremo delle forze: “Marco è esausto e frastornato, e comprensibilmente non si sente ancora tranquillo, perché è consapevole di come le cose possano cambiare in fretta, così come è accaduto in questi mesi”
A cura di Chiara Ammendola
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Marco Zennaro e il padre dopo la scarcerazione
Marco Zennaro e il padre dopo la scarcerazione

Sono durati poco i momenti di serenità per Marco Zennaro e per la sua famiglia. L'imprenditore veneziano che ieri è stato scarcerato dopo più di due mesi di detenzione trascorsi tra il carcere di Khartoum e una cella della capitale in Sudan è stato colto da un malore questa mattina mentre si trovava in albergo. A confermarlo sono i famigliari del 46enne che nelle prossime ore sarà visitato da una equipe di medici: "Marco non sta bene, è molto provato – spiega la famiglia a Fanpage.it – ha avuto dei forti dolori nella zona addominale e allo stomaco. Nelle prossime ore sarà sottoposto a una visita per far luce sul suo stato di salute e sarà sottoposto anche a tampone". I famigliari aggiungono che è fondamentale in questo senso escludere che possa aver contratto il Covid durante la detenzione nella cella del commissariato, anche se al momento non ha mostrato sintomi di quel tipo, ma soprattutto è importante una visita per le condizioni di salute più generali.

Marco Zennaro durante la sua detenzione in carcere
Marco Zennaro durante la sua detenzione in carcere

Nelle prossime ore sarà visitato dai una equipe di medici

Accanto a Marco, così come è accaduto in tutti questi mesi, c'è il padre, Cristiano, che nonostante i suoi 75 anni, non ha mai mollato in tutto questo periodo e ha sostenuto il figlio e combattuto accanto a lui per ottenere giustizia. "Oltre al lavoro della Farnesina, che ringraziamo anche perché siamo fiduciosi che continuerà a supportarci nella risoluzione della vicenda, sono stati fondamentali l’impegno e la tenacia di Cristiano – spiegano i famigliari – che per due mesi è stato vicino a Marco in condizioni estreme. Ed è stato così importante anche e soprattutto per la sua tenacia, e per la sua conoscenza del territorio sudanese, maturata in più di 20 anni di lavoro in Sudan". Una felicità e profondo sollievo per la liberazione di Marco che si scontrano con la preoccupazione per il suo stato di salute sia fisico che mentale e la grande apprensione nel vedere cosa succederà nei prossimi giorni o settimane: "Speriamo che tutto possa risolversi nel migliore dei modi, ma siamo consapevoli che lì le cose possono cambiare molto in fretta, quindi massima cautela – continuano – siamo fiduciosi che la Farnesina continui a supportarci nei prossimi passi, che saranno fondamentali".

Marco Zennaro e la cella del commissariato in Sudan dove è detenuto
Marco Zennaro e la cella del commissariato in Sudan dove è detenuto

Marco Zennaro non può lasciare il Sudan

Marco, che non si trova agli arresti domiciliari ma può liberamente uscire dall'albergo dove vive, al momento ha il divieto di lasciare il Sudan, dovrà dunque attendere gli sviluppi giudiziari di una vicenda i cui contorni sono ancora poco chiari. Ciò che è chiaro invece è che le accuse nei suoi confronti non sono ancora cadute e che la strada per il suo ritorno in Italia probabilmente è ancora molto lunga. "Marco è esausto e frastornato, e comprensibilmente non si sente ancora tranquillo, perché è consapevole di come le cose possano cambiare in fretta", conclude la famiglia dell'imprenditore 46enne arrestato lo scorso marzo in seguito a una querelle nata su una vendita di trasformatori elettrici fatta dalla sua azienda a un'azienda sudanese. Intanto ha potuto riabbracciare la sua famiglia ma soprattutto riprovare la gioia di gesti quotidiani che gli sono mancati, come quello di indossare nuovamente delle scarpe dopo più di due mesi e mezzo: "Una cosa che sembra banale, ma che fa capire quanto anche le cose più scontate diventino importanti in certi momenti".

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