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Libia, Bashagha eletto nuovo premier da Parlamento: cosa significa per la stabilità del Mediterraneo

Il Parlamento di Tobruk ha eletto Fathi Bashaga come nuovo premier, una decisione che però non sarebbe ben accetta dall’attuale capo del governo Abdel Hamid Dbeibah. La situazione nel Paese resta instabile e precaria: cosa significa tutto ciò per la stabilità del Mediterraneo e per l’Italia?
A cura di Giacomo Andreoli
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Non c'è pace per la Libia. Dopo gli anni di contrasto tra il generale Haftar e il governo di unità nazionale guidato da Fayez al-Sarraj, torna lo scontro tra Tripolitania e Cirenaica, che stanno per avere ancora due governi distinti. Il processo di pacificazione che questo autunno aveva portato all'unico esecutivo retto da Abdel Hamid Dbeibah sembra essersi arenato: la Camera dei rappresentanti di Tobruk ha infatti votato l’ex ministro Fathi Bashaga come nuovo premier. Una decisione annunciata da giorni, dopo la sfiducia dei deputati al premier di Tripoli, e velocizzata dal ritiro improvviso dell'unico concorrente di Bashaga, Khaled Al-Bibas (che però ha negato il passo indietro). Ma la mossa non è riconosciuta da Dbeibah, che si è detto pronto a continuare a lavorare e ha dalla sua l’Alto Consiglio di Stato della Libia, una sorta di "Senato libico" con sede a Tripoli.

Che la situazione sia esplosiva lo dimostra quanto accaduto stamattina, quando Dbeibah è sfuggito a un attentato, con un commando di sconosciuti che ha aperto il fuoco contro il convoglio della sua auto mentre tornava a casa. Alcuni proiettili hanno anche colpito la macchina, ma senza riuscire a ferire il premier, poi il gruppo è scappato.

Si allontana, dunque, la speranza di vedere finalmente svolgersi delle elezioni libere e democratiche nel Paese, con la diplomazia italiana che si era mossa molto in autunno con l'obiettivo di arrivare a questo risultato entro la fine dello scorso anno. In primis per creare un Paese sicuro che possa gestire meglio il fenomeno migratorio.

A dicembre, però, l’Alta Commissione libica per le elezioni ha rinviato la chiamata alle urne di almeno un mese. I motivi sarebbero stati l'impossibilità di analizzare in tempo le migliaia di candidature ricevute e la mancanza di un accordo su una legge elettorale tra tutte le aree del Paese, da tempo spaccato in fazioni contrapposte.

Libia, la pacificazione e la stabilità sono sempre più lontane

Mentre si attendevano novità sulla data del voto, è arrivata la notizia dell'elezione di Fathi Bashaga dal Parlamento di Tobruk. Di certo la formazione dei due governi non aiuta e anzi rischia di far fare alla Libia un grande passo indietro. Il nuovo premier ha due settimane di tempo per creare la sua squadra di governo, a cui servirà un voto di fiducia.

Da quel momento in poi scatteranno 14 mesi entro cui si dovrebbero tenere le prossime elezioni. Ma è chiaro che in presenza di due esecutivi si tratterebbe di un voto monco, che rischia di peggiorare la situazione, facendo scivolare il Paese in una nuova guerra civile a solo un anno dall'approvazione del cessate il fuoco. «Sconfitti nell’offensiva militare di due anni fa – ha attaccato Ashraf Shah, ex consigliere dell’Alto Consiglio di Stato libico- Saleh e Khalifa Haftar stanno cercando di entrare a Tripoli con Bashagha. Non sono riusciti a entrare a bordo di un carro armato, provano sulle spalle di Bashagha». Intanto il procuratore capo della Libia ha aperto un’inchiesta sull’attentato a Dbeibah, con l’accusa di tentato omicidio.

Insomma, la situazione in Libia continua ad essere instabile e precaria. E cosa potrebbe significare questo per il nostro Paese? Un margine più ampio per gli scafisti di portare avanti indisturbati il traffico di uomini, in primis, quindi l'aumento delle partenze e delle pericolose traversate del Mediterraneo verso l'Europa.

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