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La Gran Bretagna voleva deportare i migranti in Ruanda, ma la Corte europea ha fermato il volo

Corte europea dei diritti dell’uomo ha sospeso il volo per rimpatriare i migranti dall’Inghilterra al Ruanda, dopo le polemiche scoppiate sul piano di Johnson.
A cura di Giacomo Andreoli
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Alla fine è stata la Corte europea dei diritti dell'uomo a fermare la deportazione dei migranti dal Regno Unito al Ruanda. La Cedu è intervenuta in extremis bloccando un aereo che doveva trasferire in Africa un gruppo di richiedenti asilo, secondo il piano annunciato dal primo ministro Boris Johnson lo scorso 14 aprile. Come spiegato da quest'ultimo, l'obiettivo era "delocalizzare" nel Paese africano la gestione dei migranti che superano il canale della Manica.

A bordo del Boeing, quando è arrivata la notizia della decisione della Corte, c'erano già sette migranti di varie nazionalità (tra cui Iran e Vietnam). Stavano per essere portati in Africa da una base militare di Boscombe, vicino Salisbury. Il volo è stato sospeso, dando ragione alle organizzazioni umanitarie che da settimane si sono opposte al piano di Johnson. Il movimento "Stop Deportations" aveva addirittura bloccato alcune delle uscite all’aeroporto londinese di Heathrow, con l'intento di impedire ad altri migranti di essere imbarcati. Due dei manifestanti sono stati arrestati dalla polizia.

Il ricorso alla Cedu è stato fatto da un iracheno di 54 anni che, dopo essere arrivato in Inghilterra il 17 maggio e aver chiesto asilo politico a Londra, era stato destinato al trasferimento in Ruanda. Una commissione medica, però, lo aveva visitato, confermando le torture subite in Patria. Secondo la Corte europea, quindi, sarebbe passato troppo poco per poter esaminare e rigettare la domanda di protezione internazionale. La ministra dell'Interno inglese, Priti Patel, si è detta sorpresa per la decisione della Cedu. "Ho sempre sostenuto–  ha aggiunto- che questa politica non sarà facile da attuare e sono delusa dal fatto che i ricorsi legali e le richieste dell’ultimo minuto abbiano impedito al volo di oggi di partire".

Il governo di Johnson, però, non sembra voler ritirare il piano e si prevede una battaglia legale tra Londra e Strasburgo. D'altronde secondo il premier il Ruanda è "uno dei paesi più sicuri e dinamici dell’Africa" e il piano di cooperazione da 120 milioni di sterline è "efficace".

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