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Covid 19

Israele, vaccini anti-Covid a 150.000 persone al giorno: ma i palestinesi dovranno aspettare

A circa due settimane dall’inizio della campagna di immunizzazione, Israele sta vaccinando 150.000 persone al giorno, e guida così la classifica mondiale delle nazioni con la più alta percentuale di vaccinati contro il Covid. Ma secondo il Guardian, i vaccini vengono distribuiti ai coloni della Cisgiordania, ma non ai palestinesi che vivono intorno a loro.
A cura di Susanna Picone
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Israele continua a guidare la classifica mondiale delle nazioni con la più alta percentuale di cittadini vaccinati contro il Covid. Ma se lo Stato ebraico continua a registrare numeri record riguardo la campagna di vaccinazione – un decimo della popolazione ha già ricevuto la prima dose del siero sviluppato da Pfizer-BioNTech – ai palestinesi della Cisgiordania e di Gaza al momento non resta che aspettare. A denunciarlo il “Guardian” secondo cui i vaccini anti-Covid vengono distribuiti ai coloni della Cisgiordania, ma non ai 2,7 milioni di palestinesi che vivono intorno a loro e che potrebbero dover aspettare settimane se non ancora mesi.

Israele sta vaccinando circa 150.000 persone al giorno

A circa due settimane dall'inizio della campagna di vaccinazione, Israele sta vaccinando circa 150.000 persone al giorno, per un totale di oltre un milione di prime dosi inoculate su una popolazione di 9 milioni, la percentuale più alta di tutto il mondo. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu – che è stato il primo, lo scorso dicembre, a ricevere la prima dose del vaccino come esempio per tutti – sostiene che il paese potrebbe essere il primo a uscire dall'emergenza pandemica. Per il momento Israele sta dando priorità agli ultrasessantenni, al personale sanitario e alle persone con un quadro clinico vulnerabile.

Il Covid circolerà ancora tra i palestinesi

L'Autorità Palestinese sta cercando di procurarsi le dosi necessarie. Le prime dosi del vaccino, secondo il direttore generale della Sanità palestinese, Ali Abed Rabbo, arriveranno probabilmente a febbraio per il tramite della partnership Covax, voluta dall'Oms per aiutare i paesi in maggiore difficoltà e che si è impegnata a vaccinare il 20 percento dei palestinesi. L'Autorità palestinese non ha chiesto ufficialmente aiuto agli israeliani, e al momento non ci sono intese. La velocità di Israele di vaccinare la sua popolazione potrebbe far tornare il paese a una graduale normalità entro i primi tre mesi dell'anno, ma il fatto che il Coronavirus continuerà a circolare tra i palestinesi potrebbe mettere a rischio l'immunità di gregge nel paese, dove migliaia di palestinesi vanno a lavorare.

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