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Il generale Tricarico: “Nessuna chiamata alle armi in Italia, cosa significa la circolare dell’esercito”

Con la circolare del 9 marzo lo Stato Maggiore dell’Esercito Italiano ha chiesto, tra i tanti punti, che tutte le unità siano pronte a intervenire al 100 per cento con personale.
A cura di Giorgia Venturini
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Il mondo sembra prepararsi alla guerra. O almeno non vuole trovarsi impreparato: in queste ore infatti la Nato è impegnata in un'esercitazione in Norvegia. Anche se l'Alleanza Atlantica continua a sostenere che nulla c'entra con la guerra in Ucraina è anche vero che una così grande esercitazione non la si vedeva dagli anni '80. Senza contare che a ospitare le forze alleate è la Norvegia: solo qualche giorno fa Putin aveva ammonito "in nome della sicurezza" Svezia e Finlandia in caso di adesione alla Nato. E con la Nato anche l'Italia. Con la circolare del 9 marzo lo Stato Maggiore dell'Esercito Italiano ha chiesto, tra i tanti punti, che tutte le unità siano pronte a intervenire al 100 per cento con personale (anche medico e sanitario). Ma ci stiamo veramente preparando a una possibile guerra fuori dall'Ucraina? Quali saranno gli scenari dei prossimi giorni? Lo ha spiegato a Fanpage.it il generale Leonardo Tricarico, già capo di stato maggiore dell’Aeronautica e presidente della Fondazione Icsa.

Generale, con la circolare del 9 marzo l'Italia si sta preparando a entrare in guerra?

No. Non mi sembra che ci siano le condizioni per un pre-allerta. Detto questo le nostre forze armate sono sempre pronte. Abbiamo tempi di risposta molti rapidi: tutti i reparti sono pronti a intervenire non appena il governo chiama.

Come possiamo leggere la circolare dell'Esercito? 

La circolare chiede di stringere i bulloni alla ‘macchina', in parole semplici. Chiede di verificare che tutti i reparti siano pronti e operativi. Non bisogna quindi preoccuparsi, ma dobbiamo essere al meglio delle nostre capacità. Ovvero, gli organici devono essere pieni.

Cosa potrebbe fare l'Esercito per essere ancora più pronto?

Negli anni lo Stato ha sempre più messo soldati sulle strade italiane, impegnati nell'operazione "Strade sicure", per coprire altre carenze dello Stato. Ci sono più soldati impiegati in questa operazione che nelle operazioni all'estero. Sarebbe il caso, visto che ognuno deve fare il suo lavoro, di riprendere questi soldati professionisti dalle strade e mandarli nei reparti operativi. Dovevamo farlo ancor prima di questa emergenza in Ucraina, ora a maggior ragione.

L'Esercito chiede ai reparti di tenersi pronti e la Nato è impegnata in un'esercitazione in Norvegia. Di che tipo di addestramento si tratta?

I Paesi della Nato sono impegnati in un'ordinaria esercitazione programmata da tempo che non nasconde nulla. Sono esercitazioni che si svolgono regolarmente. Dobbiamo dire però che si svolgono sempre nelle stesse aree. Da tempo invece chiediamo di spostare queste esercitazioni verso Sud, perché è qui che cambia il mondo.

Sono quindi esercitazioni programmate da tempo?

Si, questa probabilmente era stata programmata molti mesi prima dello scoppio della guerra in Ucraina. Tutti i Paesi Nato sono invitati a partecipare, come l'Italia.

Che scenario ci dobbiamo aspettare nei prossimi giorni?

L'idea che mi sono fatto è che bisogna arrivare a una trattativa il prima possibile ed estesa a più Paesi. Si cerca un accordo sulla neutralità ovviamente sperando che Putin non alzi l'asticella. Ora anche l'intervento della Cina (Gli Stati Uniti avrebbero informazioni che suggeriscono che la Cina abbia espresso una certa disponibilità a fornire alla Russia l'assistenza militare e finanziaria richiesta nell'ambito della sua guerra contro l'Ucraina) risulta preoccupante. Eppure un intervento nei giorni scorsi della Nato poteva depotenziare in modo irreversibile l'esercito di Putin. Ora più tempo passa più le cose si complicano.

La Nato è in ritardo, dunque?

Non è che sia in ritardo. Prima però poteva mettere di fronte al fatto compiuto i russi oggi le cose si vanno complicando. Ora che lo scenario si sta estendendo – si pensi agli aiuti, alle alleanze ecc. – può essere che il fatto compiuto non venga più accettato. Quindi la via rimane sempre una: la trattativa.

Se la trattativa non venisse trovata in breve tempo, l'Italia come si muoverà?

Se non si raggiungesse un accordo la guerra continuerà fin quando Russia e Ucraina avranno forze. Sappiamo della volontà del popolo ucraino a non soccombere rispetto a questo sopruso e Putin è pronto ad alzare l'asticella. Così la guerra potrebbe andare avanti per molto tempo. La Nato potrà intervenire in sua piena autonomia dall'Onu quando vorrà: ci sarà una consultazione per capire quali Paesi decideranno di intervenire.

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