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Due sorelle di 15 e 17 anni violentate dal gruppo, uccise e appese ad un albero: nuovo orrore dall’India

Sei uomini sono stati arrestati nell’Uttar Pradesh dove due sorelle, minorenni, sono state trovate senza vita, appese ad un albero. Rischiano la pena di morte.
A cura di Biagio Chiariello
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Un altro terribile caso di violenza sulle donne arriva dall'India. Sei uomini sono stati arrestati ieri 15 settembre nel villaggio dell'Uttar Pradesh dove ieri due sorelle, di 15 e 17 anni, sono state trovate senza vita, appese ad un albero.

Sanjeev Suman, il capo della polizia di Lakhimpur Kheri, ha detto ai giornalisti che le due minorenni, residenti nel villaggio di Tamoli Purva, sono state attirate in un campo vicino mercoledì pomeriggio e presumibilmente violentate e brutalizzate da più di un aguzzino prima di venire appese alla pianta. “Gli uomini presumibilmente le hanno strangolate con una sciarpa e poi le hanno appese a un albero. Le indagini sono in corso", ha detto.

La notizia dell'ennesimo stupro ha creato ulteriore indignazione quando si è appreso che le due sorelle provenivano dai Dalit, termine che significa “oppressi“, un tempo erano definiti anche come “intoccabili”, quindi fuori dal complesso, e apparentemente immodificabile, schema della caste indiane. Per secoli sono stati vittima di discriminazioni e persecuzioni da parte dei gruppi di caste privilegiate, nonostante le leggi in vigore per la loro protezione.

La polizia ha spiegato che uno degli accusati è il vicino di casa delle vittime e pochi giorni fa aveva presentato le due sorelle al resto degli uomini. Uno di loro, armato di pistola, ha sparato alcuni colpi prima di essere fermato dagli agenti, ed è rimasto ferito lui stesso nello scontro.

Peraltro già da diversi giorni i familiari delle ragazze avevano denunciato che alcuni uomini di un villaggio vicino, sempre del distretto di Lakhimpur Kheri, le avevano rapite in pieno giorno. I genitori disperati avevano anche indetto una piccola manifestazione di protesta, occupando un incrocio stradale, a pochi chilometri dalla loro abitazione, chiedendo giustizia.

Secondo la legge indiana, gli accusati rischiano la pena di morte, perché le vittime erano minorenni.

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