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Disastro Russia, record di contagi e decessi: “Si muore in pochi giorni, colpiti anche i bambini”

La situazione più preoccupante arriva dalla Russia dove i nuovi contagi e i decessi sono in costante aumento da giorni. Numeri altissimi frutto di una scarsa adesione della popolazione alla campagna vaccinale ma a contribuire all’alto tasso di mortalità, secondo quanto denunciato dal primario dell’ospedale 52, la professoressa Maryana Lysenko “il fatto che si cerchi assistenza medica troppo tardi”.
A cura di Chiara Ammendola
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La quarta ondata di Covid sembra aver travolto non solo l'Europa ma anche la Russia che sta attraversando una delle fasi più difficili dall'inizio della pandemia. Nel Paese ormai da giorni il numero quotidiano di nuovi contagi è sopra la soglia dei 40mila e i decessi sono oltre mille ogni giorno. La situazione più drammatica la sta vivendo la capitale, Mosca, dove il tasso di mortalità è più alto che in altre regioni: i numeri ufficialmente censiti restano comunque solo una parte di quelli che effettivamente dovrebbero fotografare la pandemia in Russia in questo momento. Le cause, così come spiegato anche ieri in conferenza dall'Oms, l'Organizzazione Mondiale della Sanità, sono da ricercare nella scarsa adesione da parte dei cittadini russi alla campagna vaccinale.

La professoressa Maryana Lysenko, primario dell'ospedale 52, ha invece fotografato la situazione per quanto riguarda il tasso di mortalità costantemente in aumento, soprattutto nella capitale. Secondo la dottoressa tra le varie concause ci sarebbe il fatto che i contagiati decidono di recarsi in ospedale troppo tardi: "Il virus in circolazione – ha spiegato la Lysenko intervistata sul canale televisivo Rossiya 24 – è abbastanza aggressivo e i pazienti arrivano in ospedale con gravi danni polmonari e bisognosi di ossigeno". Spesso lo fanno perché sottovalutano la velocità con cui il virus si sviluppa nel corpo degenerando poi nelle conseguenze più gravi: "Le persone non si aspettano che la malattia si sviluppi così rapidamente come accade con la variante delta – ha concluso la dottoressa – ma la realtà è che ci vogliono solo due-tre giorni perché il danno polmonare raggiunga il 70% dei tessuti respiratori, cosa che le ondate precedenti non hanno fatto".

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