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Corea del Nord, nasce il culto di Kim Jong Un

Un documentario sull’erede di Kim Jong Il lo consacra come valente condottiero e dà inizio alla propaganda sulla figura del rampollo.
A cura di Vincenzo Sbrizzi
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Kim Jong Un

Un documentario in Tv. Uno dei metodi più vecchi ma sempre efficaci per far arrivare i messaggi delle dittature al grande pubblico. Anche in Corea del Nord viene utilizzato lo stesso metodo anche per il nuovo leader. Nel giorno del suo compleanno, non è possibile però sapere l'anno di nascita e stabilire la sua età, essendo per i nordcoreani immortale, la macchina del consenso si è messa in moto per il figlio dello scomparso Kim Jong Il.

Un documentario che lo ritrae in varie locations e ne esalta le doti di condottiero, celebra l'erede al trono, Kim Jong Un. A cavallo, mentre esce da un carro armato, a colloquio con i generali delle forze armate, mentre imbraccia le armi, un genio dei geni in campo militare. E' questa l'immagine che il regime vuole dare del rampollo della dittatura.

Un condottiero indomito capace di guidare al meglio l'esercito nordcoreano cercando di ritrarlo in situazioni in cui forse non è mai stato coinvolto. C'è però la necessità di rassicurare il popolo nordcoreano riguardo la capacità bellica del paese che il regime dice di essere efficientissima e pronta a colpire. Un milione e duecentomila, le unità che compongono quello che Pyongyang definisce uno dei migliori eserciti al mondo. E così la tv di stato celebra le doti militari del nuovo leader definito un eccellente militare.La sua prima tesi militare l'ha elaborata a sedici anni e dorme solo due o tre ore a notte per studiare le strategie militari.

Kim Jong Un ha un'età compresa tra i 28 e i 30 anni, a tre già guidava l'auto, e succede al “caro leader”, Kim Jong Il, morto lo scorso 17 dicembre per un improvviso attacco cardiaco. Ancora impresse nella mente dei telespettatori nordcoreani e soprattutto stranieri, le immagini di isteria collettiva, vera o pilotata è difficile da stabilire, di cui si resero protagonisti i più vicini al governo di Pyongyang. Per tutti gli altri non c'è altra scelta che subire passivamente il lavaggio del cervello di uno dei regimi più pericolosi e imprevedibili attualmente a livello mondiale in diretta sulla tv nazionale.

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