Chi è il killer di Justine, la mamma francese di 20 anni violentata e uccisa dopo la discoteca
Si chiama Lucas L. ed è un agricoltore e calciatore di 20 anni l'uomo che ha confessato di aver prima violentato e poi ucciso Justine Vayrac, la mamma di 20 anni scomparsa sabato scorso a Brive, in Francia, e trovata cadavere ieri, nel luogo indicato dal suo aggressore.
Un caso che sta sconvolgendo tutto il Paese, già profondamente scosso dalla morte di Lola Doviet, la 12enne violentata e torturata a Parigi qualche settimana fa.
Nelle ultime ore sono emersi ulteriori dettagli sul killer di Justine: la ragazza, mamma di un bimbo di 2 anni e mezzo, era andata con alcuni amici a ballare nella discoteca La Charrette. Qualche bicchiere di troppo, ma nulla di più. Intorno alle 4, alcuni dei ragazzi presenti l'hanno vista per l'ultima volta proprio insieme a Lucas prima che sparisse nel nulla.
È stato un amico della ragazza, Theo, a raccontare alle forze dell'ordine che Justine si era allontanata con Lucas quella notte. La testimonianza di Theo è stata fondamentale per gli inquirenti per rintracciare l'assassino di Justine: come ha spiegato anche al quotidiano francese Le Figarò, aveva conosciuto la vittima a inizio ottobre e si trovava insieme a lei e ad altri amici la sera della scomparsa nella discoteca di Brive-la-Gaillard.
Intorno alla 4 di quella notte Justine "mi ha chiesto di uscire perché voleva vomitare", ha detto Theo, che ha accompagnato quindi la ragazza all'esterno del locale, dove hanno incontrato Lucas. "Avevo capito che si conoscevano, io non lo avevo mai visto. Poi sono andati via insieme".
Dopo che sono cominciate le ricerche della giovane, Theo ha raccontato quanto successo alle forze dell'ordine, che si sono messe sulle tracce di Lucas, fermato lunedì scorso. Poi, ieri la svolta: il ragazzo ha confessato di aver violentato e ucciso Justine, indicandone anche il luogo della sepoltura. "Ha ammesso di aver ucciso la vittima quando entrambi si trovavano a casa sua. Ha specificato, senza fornire ulteriori spiegazioni, di aver dato un pugno, che ha causato la morte", ha dichiarato Baptiste Porcher, pubblico ministero di Limoges.
Il ragazzo resta in custodia: è accusato di stupro, rapimento e omicidio. Rischia l'ergastolo.