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Il referendum in Catalogna e quella foto che passerà alla storia

Un uomo che abbraccia un agente. E la foto diventa simbolo della “resistenza” in Catalogna.
A cura di Enrico Galletti
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Seggio di Girona, Catalogna. È mattino, apre il seggio elettorale. La sede in cui è atteso il presidente Carles Puigdemont. C'è una certezza: lui voterà in quel seggio. Si sentono dei rumori dall'esterno. C'è un'irruzione improvvisa. Gli agenti fanno breccia nel seggio. "Voterem, voterem", risuona il grido degli elettori che tentano di contrastare l'irruzione. È un giorno decisivo, per molti. Si vota per l'indipendenza della Catalogna. Nasce una giornata di violenza, con la polizia nazionale che prova a sgomberare i seggi. Gli agenti cominciano a usare proiettili di gomma, opponendosi alla resistenza dei manifestanti. E già arrivano i primi bilanci. Ci sono più di 800 feriti. Diciannove poliziotti e quattordici esponenti della Guardia Civil fanno parte di questo triste bilancio. Il bilancio di una giornata che per la Catalogna passerà alla storia, accentuata poi dall'intervento del premier spagnolo, che ai microfoni della stampa internazionale ha parlato del grande fallimento di un progetto "che ha provocato situazioni indesiderate e che ha causato un danno molto grave per la convivenza". E ha sottolineato come il referendum in Catalogna "volesse liquidare la Costituzione senza tener conto del pensiero degli spagnoli".

È dietro a questa storia che si nasconde uno scatto. Una foto chiara, diretta, che a distanza di poche ore è già diventata simbolo della giornata di violenza catalana. Un civile che abbraccia un agente. Dietro, lo sfondo della polizia che allontana i manifestanti. La fotografia, diffusa su Twitter da Boris Llona, un giovane catalano, sta facendo il giro del mondo. È indubbiamente uno scatto che passerà alla storia. E che, in fondo, si presta a molte interpretazioni. Ognuno la "legge" a modo suo. L'interpretazione più "quotata", sui social e non solo, è quella della tristezza degli agenti, quasi a sottolineare l'amarezza di non aver potuto fare di più per evitare quel giorno che, in fondo, della storia fa già parte.

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