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Altra doccia fredda per Trump: dopo il riconteggio dei voti Biden ha vinto anche in Georgia

Al termine del riconteggio manuale dei voti in Georgia è stata confermata la vittoria del candidato democratico Joe Biden.  L’ufficio del segretario di Stato della Georgia ha annunciato che dopo il controllo accurato di cinque milioni di voti Biden conquista il 49,5% delle preferenze contro il 49,3% di Trump.
A cura di Davide Falcioni
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Un'altra doccia fredda per Donad Trump. A 17 giorni dalle elezioni presidenziali USA  il capo della Casa Bianca ha incassato una nuova sconfitta: al termine del riconteggio manuale dei voti in Georgia è stata infatti confermata la vittoria del candidato democratico Joe Biden.  L'ufficio del segretario di Stato della Georgia – che per legge deve certificare entro oggi i risultati – ha annunciato che dopo il controllo accurato di cinque milioni di voti, Biden conquista il 49,5% delle preferenze contro il 49,3% di Trump: uno scarto di 12.284 voti, pari ad appena lo 0,2% ma sufficiente a confermare che il Repubblicano è stato sconfitto anche in Georgia.

Il riconteggio manuale delle schede, iniziato venerdì scorso, era stato ordinato dopo che il primo scrutinio aveva fatto registrare un vantaggio per il candidato democratico di 12.780 voti (circa lo 0,3%). Il leggero calo nelle preferenze per Biden non cambia quindi il risultato della competizione elettorale, che era stata assegnata all'ex vice di Obana la settimana scorsa, trasformandolo nel primo democratico a conquistare la Georgia dopo Bill Clinton nel 1992. Le autorità della Georgia hanno, inoltre, confermato che non ci sono state frodi o irregolarità nel voto: nonostante ciò non è escluso che i legali di Trump possano chiedere un nuovo riconteggio dei voti, facoltà prevista dalla legge in caso di stretto margine. Il team del presidente ha tempo fino al 24 novembre per fare richiesta ufficiale.

Finora Donald Trump è stato sconfitto in tutti i casi legali, oltre una ventina, che portato in tribunale in diversi stati per contestare il voto. Molti avvocati si sono ritirati dalle cause, lasciando una squadra sempre meno agguerrita, almeno sotto il profilo legale, guidata da un Rudolph Giuliani spalleggiato da una stretta collaboratrice -Sidney Powell – che ieri ha dichiarato che la tecnologia impiegata per contare i voti in Michigan e in altri stati è stata approvata dall'ex presidente del Venezuela Hugo Chavez, morto nel 2013. Dominion Voting, la società che produce il software per la tabulazione dei voti, è però canadese ed è usata in 24 stati. Giuliani e il suo team hanno infine ipotizzato cospirazioni anti-Trump anche della Clinton Foundation e del miliardario George Soros.

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