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Esame di maturità, basterà avere la media del 6 per essere ammessi

La bozza di riforma della Maturità introduce dal 2018 numerose novità per essere ammessi all’esame di stato: dalle prove Invalsi al quinto anno all’obbligatorietà dell’alternanza scuola-lavoro. Non servirà però avere sei in tutte le materie.
A cura di Antonio Palma
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Grosse novità in vista per gli studenti delle scuole superiori che dovranno sostenere l'esame di maturità nei prossimi anni. Lo schema del decreto legislativo di riforma degli esami di stato, che dovrebbe debuttare però solo nel 2018, tra le tante novità infatti introduce alcuni elementi che rappresentano un netto cambiamento con il passato. Tra questi sicuramente il meccanismo di ammissione alla maturità che prevede ora un accesso a tutti quelli che hanno raggiunto la media del 6, voto di condotta compreso. In pratica non sarà più richiesta la sufficienza in tutte le materie ma solo la sufficienza come media di tutti i voti, quindi se si avrà ad esempio otto in Latino e quattro in Matematica al quinto anno si potrà comunque accedere alla maturità 2018. Una modifica sostanziale che si tradurrà con ogni probabilità in una percentuale altissima di ammessi.

Il decreto, ora al vaglio dei parlamentari, introduce però anche altri due importanti cambiamenti: per essere ammessi  alla Maturità 2018 infatti bisognerà aver partecipato alle prove Invalsi,  che verranno introdotte all'ultimo anno delle superiori per saggiare le competenze in Italiano, Matematica e Inglese, e aver svolto l’alternanza obbligatoria scuola-lavoro prevista di vari percorsi di studi vale a dire 200 ore per i licei e 400 ore per gli istituti tecnici e professionali. Oltre a questi nuovi requisiti, per essere ammessi all'esame di stato resta anche il vincolo, già valido quest'anno di aver frequentato almeno i tre quarti del monte ore personalizzato per l'indirizzo scolastico in questione.

Il decreto trasmesso dal Ministero dell'istruzione prevede un restyling anche alle prove d’esame che vedono la cancellazione della terza prova, il cosiddetto quizzone, e un modifica alle altre due prove scritte. La verifica di italiano consisterà nella redazione di un testo di tipo argomentativo riguardante vari temi e con la possibilità di strutturare la prova in più parti, mentre la seconda prova avrà per oggetto una o più discipline. In pratica ci sarà sempre la materia dal ministero, ma la prova sarà preparata in modo che per superarla siano necessarie anche conoscenze di altre materie studiate nel corso dell'anno. Per quanto riguarda l'orale scompare la famigerata tesina e sarà la commissione a proporre un punto di partenza per l discussione.

L'esame peserò anche di meno dal punto di vista dei crediti  con 20 punti ciascuno per i due scritti  e per il colloquio. Questo perché secondo la riforma della Maturità dal 2018 cresce il peso della carriera scolastica: saranno  assegnati 12 crediti al terzo anno, 13 al quarto e 15 al quinto anno. Nessuna novità in vista invece per la composizione delle commissioni d'esame  che resteranno formate da tre commissari interni, tre commissari esterni e un presidente. Questi ultimi però avranno l'obbligo di una formazione ad hoc e saranno estratti da una sorta di Albo istituito presso l’Ufficio Scolastico Regionale.

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