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Emergenza immigrazione: Napolitano “no a vittimismi ed allarmismi”

Le parole del Capo dello Stato pronunciate oggi a Berlino sottolineano il bisogno di un fronte comune di solidarietà, oltre che di cooperazione e di sviluppo per la situazione libica.
A cura di Nadia Vitali
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Ci voleva l'intervento di ieri del nostro Capo dello Stato Giorgio Napolitano per sentir dire, finalmente, le giuste parole che una democrazia come l'Italia dovrebbe pronunciare a proposito di situazioni gravi come quella della Libia. Da giorni, ormai, oltre a quelle che riportano un triste bollettino di guerra, si susseguono notizie riguardanti i noti rapporti di amicizia che intercorrevano tra il Premier Silvio Berlusconi ed il dittatore Muammar Gheddafi: e, se non fosse bastata la ormai celebre foto del baciamano, già di per sé poco edificante, sono emersi alcuni documenti di Wikileaks, oltre all'accusa, di cui ci si augura che un giorno l'Italia debba rendere conto, di essere stata la maggiore esportatrice di armi in un paese con regime tirannico. Probabilmente quelle stesse armi che, da giorni, sparano su civili.

Come se tutto ciò non bastasse, la ripresa degli sbarchi a Lampedusa di centinaia e centinaia di profughi ha messo, caso mai ce ne fosse stato bisogno, ancora una volta in cattiva luce il nostro Governo, del resto composto per un numero consistente da personaggi xenofobi con una scarsa o nulla conoscenza e considerazione dei diritti umani di tutti quelli che non rientrano nella cerchia dei loro amici, parenti, conterranei. Per cui mentre dei disperati approdano sulle nostre coste, mentre in Libia si spara sulla folla inerme, mentre il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini invoca, a buon diritto, la sospensione del trattato di amicizia tra Italia e Libia, tutto quello che il nostro Governo riesce a fare è lamentarsi perché è stato abbandonato a sé stesso con l'emergenza immigrazione.

Si chiede un aiuto all'Europa come se fossimo le peggiori vittime di questa situazione spaventosa: tralasciando volontariamente il fatto che l'UE chiese alle autorità italiane di rispondere per  i respingimenti verso la Libia fatti nel 2009 di barconi a bordo dei quali c'erano donne incinte e bambini, in totale violazione dei principi cardine della Convenzione di Ginevra e degli alti ideali che ispirano l'Unione Europea.

Per fortuna il Presidente della Repubblica garantisce ancora, seppur con difficoltà dato quello che lo circonda, per la credibilità dell'Italia: ieri da Berlino è arrivato il suo invito a "non cedere a vittimismi e allarmismi", sottolineando "l'esigenza di una forte solidarietà per far fronte a questa emergenza". Napolitano auspica che questa sia una "scossa" per l'Europa che aiuti a superare le "elusività e le ambiguità del passato": "L'importante è che dall'UE arrivi un forte messaggio politico di disponibilità e impegno a cooperare per lo sviluppo dell'area del Mediterraneo, e anche un forte rinnovato impegno  per una politica comune in tema di immigrazione ed asilo". (fonte Il sole 24 ORE)

Parole che aspettavamo da giorni, mentre, viceversa, sempre più veniamo a conoscenza di quanto il nostro paese sia stato vicino a quello di un pazzo dittatore sanguinario ormai, speriamo, alle sue ultime battute.

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