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Pensioni

La bufala del taglio delle pensioni per invalidi e vedove

Non ci sarà nessun nuovo taglio alle pensioni di invalidità e per i vedovi. Contrariamente a quanto circola in questi giorni, la riduzione di questi due tipi di assegni è prevista da 25 anni e riguarda solamente coloro i quali percepiscano redditi in altro modo superiori a una determinata cifra. A cambiare, in automatico, sono solo queste soglie che, peraltro, vengono innalzate.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il taglio delle pensioni per vedove e invalidi non c’è. La notizia su una scure del governo che si sarebbe abbattuta sugli assegni di invalidità e sulle pensioni ai superstiti è in realtà falsa. Nonostante sia stata ripresa anche dall’ex ministro per la Famiglia, Lorenzo Fontana, che su Twitter scrive: “Ci mancavano solo i tagli alle pensioni di invalidità e reversibilità… Il governo PD-M5S non risparmia proprio nessuno”. O dalla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni: “L’Italia al tempo degli incapaci al governo: tasse a chi lavora, reddito di cittadinanza a nomadi, spacciatori e delinquenti, taglio pensioni a invalidi e vedove. Perché i parlamentari grillini non ci parlano di questo nella loro parodia di Camera Caffè?”. In realtà entrambi si sono basati su una notizia riportata quanto meno in maniera frettolosa e senza dubbio sbagliata.

I tagli di cui viene accusato il governo

L’accusa mossa al governo è quella di aver varato un decreto per il taglio delle pensioni a vedove e invalidi quando vengono superate certe soglie di reddito. In realtà, però, non si tratta di una novità, ma semplicemente del limite al cumulo con redditi superiori a certe soglie previsto da una legge del 1995, approvato dall’allora governo guidato da Lamberto Dini. Una norma che ogni anno viene poi tarata sulla base dell’influenza dell’inflazione, ma che non subisce modifiche sostanziali da 25 anni. E che non le subirà neanche quest’anno.

L’equivoco nasce dalla circolare Inps di dicembre: un provvedimento che arriva tutti gli anni e che ricorda i criteri, gli importi e le rivalutazioni per gli assegni dell’anno successivo. È arrivato anche quest’anno, aggiornando la soglia dei trattamenti minimi, recependo i valori Istat sull’inflazione: la pensione minima salirà da 513,01 euro a 515,07. Un cambio minimo ma che comporta una variazione anche su altre fasce reddituali.

Le riduzioni sulle pensioni di invalidità: esistono da 25 anni

Nelle tabelle di quella circolare viene definita la riduzione dell’assegno per quei beneficiari di pensioni di invalidità o per i superstiti che percepiscono anche altri redditi se superiori a determinati valori. Ma rispetto al passato non cambia nulla, se non il calcolo sui valori pari a tre, quattro o cinque volte il minimo. Visti, peraltro, al rialzo. Le riduzioni, in percentuale, restano uguali. Per quanto riguarda le pensioni di invalidità si ha diritto all’assegno pieno se non si percepiscono altri redditi superiori a quattro volte il minimo (calcolato su 13 mensilità), ovvero 26.783 euro. Poi per le soglie tra quattro e cinque volte il minimo si percepisce il 75% dell’importo e se superiori a cinque volte il minimo si percepisce il 50%.

Le riduzioni sulle pensioni ai superstiti

Per quanto riguarda le vedove e i vedovi in assenza di figli, hanno diritto a ricevere il 60% della pensione del coniuge scomparso, ma vanno incontro a una riduzione di questa cifra (quella che dovrebbero percepire, ovvero il 60% della pensione del coniuge) del 25% quando hanno un reddito che va oltre le tre volte il minimo. La decurtazione sale al 40% nei casi in cui la pensione è almeno quattro volte superiore al trattamento minimo. E, infine, si sale a un taglio del 50% sulla pensione quando il loro reddito è pari o superiore a cinque volte il trattamento minimo (che, per intenderci, è superiore a 2.500 euro al mese). Rispetto agli anni precedenti, come dimostra – per esempio – anche la circolare Inps di un paio di anni fa, cambia solo la cifra che definisce la soglia di tre, quattro o cinque volte il minimo: un valore rivisto al rialzo, per cui vuol dire che quest'anno la riduzione scatterà per chi ha un reddito più alto e non più basso.

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