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Di Maio da Barbara D’Urso: “Mattarella ha impedito che nascesse il governo”

Il capo politico del MoVimento 5 Stelle Luigi Di Maio torna all’attacco del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, intervistato da Barbara D’Urso a Pomeriggio Live: “Abbiamo messo in piedi un governo, oggi potevamo essere già al lavoro, ci hanno detto di no. Ora torniamo al voto. Ma se ci ripresentiamo un’altra volta al Quirinale e trovano che un altro ministro ha scritto qualcosa non andava bene, ricominciamo da capo. Il problema di cosa può decidere il presidente della Repubblica lo dobbiamo discutere adesso”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il capo politico del MoVimento 5 Stelle Luigi Di Maio continua ad attaccare il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ribandendo che ha impedito la nascita del governo e sostenendo di volerlo mettere in stato di accusa per questa decisione. Ospite da Barbara D’Urso, Di Maio spiega: “Conte aveva la lista dei ministri in mano e ci hanno detto che per un ministro questo governo non poteva partire, perché aveva la colpa di aver scritto un libro in cui era critico sull’Europa. Non si può pensare che si rimandi a casa un governo e non si può pensare, ancora peggio, di chiamare un Monti qualsiasi e gli danno un incarico sapendo che non ha i voti in Parlamento”, afferma riferendosi a Cottarelli.

Non andava bene nessuno che fosse come Savona – prosegue Di Maio – Ma i ministri li scelgono gli italiani o le agenzie di rating o le altre nazioni? Sono sempre stato quello nel MoVimento più istituzionale, sono anche stato un grande estimatore di Mattarella, ma le scelte di ieri e oggi sono incomprensibili. Voglio un governo votato dagli italiani, non fabbricato”. E il capo politico del M5s rivendica l’idea dell’impeachment: “Per una semplice ragione. Abbiamo messo in piedi un governo, oggi potevamo essere già al lavoro, ci hanno detto di no. Ora torniamo al voto. Ma se ci ripresentiamo un’altra volta al Quirinale e trovano che un altro ministro ha scritto qualcosa non andava bene, ricominciamo da capo. Il problema di cosa può decidere il presidente della Repubblica lo dobbiamo discutere adesso, in Parlamento. Se ci si convince che il voto non serve a nulla, è finita la democrazia”.

Di Maio racconta ancora dell’incontro con Savona: “Il professor Savona lo abbiamo conosciuto io e Salvini dieci giorni fa a Roma, insieme. Appena lo abbiamo conosciuto, ci ha detto: faccio il ministro dell’Economia a patto che non si esca dall’Euro. Conte aveva detto subito che avrebbe mantenuto questa posizione. Ma non posso ascoltare il presidente che dice che ha tutelato i risparmi degli italiani, se ha firmato il decreto delle banche”. E si sofferma poi sulla questione dello spread: “Sai come la penso su Berlusconi, ma l’ultimo governo votato dal popolo è stato il suo. Nel 2011 lo hanno buttato giù con la scusa dello spread, e hanno usato la stessa scusa nel 2018 per non farci fare il governo. In Italia le decisioni politiche le prendiamo noi o i mercati? Io ho chiesto di far partire il governo, di farci parlare con gli investitori”.

E il capo politico del M5s aggiunge:

C’è un grandissimo malinteso, questa convinzione che in questo governo si volesse far uscire l’Italia dall’Euro. Nel contratto non c’era l’uscita dall’Euro. Ce lo aveva chiesto come condizione Savona. Se ieri mi si dice che non è stato accettato quel ministro perché c’era il rischio di uscire dall’Euro si sta dicendo una cosa inesatta. Visto che dopo poche ore hanno chiamato Cottarelli, evidentemente c’era una precisa volontà – non so se del presidente – ma sicuramente di tutto quello che ruota attorno al Quirinale, di azzoppare questo governo perché stava andando a tagliare le pensioni d’oro e i vitalizi. E avremmo presto iniziato le nomine dei vertici, avremmo tolto una mangiatoia a una marea di gente. Ma non può finire qui. Dire che volevamo fare uscire l’Italia dall’Euro è una bugia. Abbiamo detto che Conte si pone come garante della non uscita dall’Euro, dicendolo pubblicamente. Credo che fosse una scusa, non poteva essere la versione vera.

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