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Davide Bifolco, parla il latitante Equabile: “Non ero con lui, ora ho paura”

Il Fatto Quotidiano ha intervistato Arturo Equabile, il giovane che i carabinieri cercavano nelle strade di viale Traiano a Napoli la notte in cui è stato ucciso il 17enne Davide Bifolco. Lui assicura che non si trovava sul motorino insieme alla vittima.
A cura di Susanna Picone
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Parla Arturo Equabile, il latitante che i carabinieri di Napoli stavano cercando nelle strade di viale Traiano la notte tra venerdì e sabato scorso, quando è stato ucciso il 17enne Davide Bifolco. Equabile, che ha 23 anni, una bambina ed è latitante in quanto ha “spezzato” gli arresti domiciliari (è accusato di furto), ha fornito la sua versione al Fatto Quotidiano. E ha assicurato che quella notte non si trovava sul motorino insieme al giovane Davide Bifolco. “Un’ora prima del fatto – così Equabile al quotidiano – sono venuti i carabinieri nella casa dove stavo. Erano con le pistole in pugno e gridavano apri, bastardo. Ho avuto paura e sono scappato in un’altra casa. Dopo tre quarti d’ora ho saputo che in un’altra parte del quartiere c’era stata la sparatoria”. Nel corso dell’intervista Equabile ha detto perché le forze dell’ordine lo stanno cercando: “Sono latitante per un furto che non ho commesso…ho spezzato i domiciliari e i carabinieri sono incazzati con me perché non riescono a prendermi”.

Il latitante presto si costituirà: “Per dire la verità sulla morte di Davide”

Equabile dice di essere imputato perché delle persone avevano delle microspie in auto e parlavano di un furto e di un certo Arturo. “Io mi chiedo perché hanno ammazzato Davide? Al posto suo potevo esserci io. Ma i carabinieri o la polizia hanno tutto il diritto di arrestarmi se mi trovano, non quello di uccidermi. Hanno minacciato mia zia, apri se no spariamo, dicevano. Hanno pure fermato un ragazzo di Fuorigrotta perché mi somigliava tanto”, continua l’intervista. Al Fatto Quotidiano Equabile ha anche detto che presto si costituirà, che aspetta solo che il suo avvocato gli porti il fascicolo: “Mi costituirò per dire la verità sulla morte di Davide, ma i carabinieri devono arrestarmi non spararmi. Ho paura, voglio che nessuno mi faccia del male, non voglio fare la fine di Stefano Cucchi”.

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