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Da Via col vento a Chiamami col tuo nome: i grandi romanzi che hanno ispirato i film da Oscar

L’attesissima notte degli Oscar 2018 si avvicina: in lizza per ben 4 premi anche il regista Luca Guadagnino con un film ispirato al romanzo dello statunitense André Aciman. Un legame forte, quello fra cinema e letteratura, che dura da sempre.
A cura di Federica D'Alfonso
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L’attesa per l’edizione numero novanta della cerimonia degli Oscar è finita. Fra i premi più seguiti c'è stato senz'altro quello assegnato allo scrittore James Ivory per la sceneggiatura non originale del film “Call me by your name” dell'italiano Luca Guadagnino. La pellicola porta sul grande schermo le vicende raccontate da André Aciman nel suo romanzo omonimo: ancora una volta, la letteratura è fonte inesauribile d’ispirazione per la settima arte. Sono tantissimi infatti i libri che, dagli albori di Hollywood ad oggi, hanno regalato i propri personaggi immortali al grande schermo: ecco i migliori.

Dall'Europa agli Stati Uniti, guerra e melodramma

Vivian Leigh e Clark Gable in Via col Vento.
Vivian Leigh e Clark Gable in Via col Vento.

Soprattutto per il cinema delle origini il legame fra teatro, romanzi e cinepresa era fondamentale: sono tantissimi i film che ripropongono in veste nuova le opere della grande letteratura greca, russa o francese. Gradualmente, con l’affermarsi del sonoro e la scomparsa del bianco e nero, questo legame si rafforza e sempre più spesso i registi guardano ai titoli di recente pubblicazione come una risorsa preziosa.

Negli anni Trenta la grande stagione del cinema hollywoodiano è appena iniziata, ma l’ispirazione proviene ancora dalla vecchia Europa: Lewis Milestone porta sul grande schermo il capolavoro di Erich Maria Remarque, “Niente di nuovo sul fronte occidentale”, appena un anno dopo la sua pubblicazione, vincendo ben due statuette.   Alla fine del decennio sarà il turno di un altro enorme successo, stavolta ispirato ad un romanzo “americano” per eccellenza: con la regia di Victor Fleming, nel 1939 arriva al cinema “Via col vento”. Primo e unico romanzo di Margaret Mitchell, il libro divenne un vero e proprio caso editoriale ancor prima di essere un colossal cinematografico: 180 mila copie vendute solo il primo mese, Premio Pulitzer e tradotto il 37 lingue. Un potente affresco storico ambientato durante la Guerra di Secessione, reso celebre da Vivien Leigh e Clark Gable.

Il cinema che dà volto ai racconti di razzismo e di follia

La celebre scena di "Qualcuno volò sul nido del cuculo".
La celebre scena di "Qualcuno volò sul nido del cuculo".

Gli anni Sessanta per Hollywood inizieranno invece con un altro grande romanzo, portato al cinema da Robert Mulligan: “Il buio oltre la siepe”, successo indiscusso della scrittrice Harper Lee. Il film esce nel 1962, sulla scia del Premio Pulitzer per la narrativa che ha consacrato Lee fra le autrici più significative del secolo. Romanzo di denuncia e critica sociale, che anticipa di soltanto un anno un altro titolo che diverrà leggenda per la sua capacità di raccontare un ambiente difficile come quello degli ospedali psichiatrici : “Qualcuno volò sul nido del cuculo” di Ken Kesey, reso immortale dall'interpretazione di Jack Nicholson nei panni di Randle, il protagonista. Il libro arriva in Italia soltanto nel 1976, addirittura dopo il film.

Fra i tantissimi film ispirati alla letteratura prodotti nel nuovo millennio vale la pena di menzionare “Non è un paese per vecchi”, arrivato sul grande schermo nel 2007 come adattamento del romanzo omonimo del Premio Pulitzer Cormac McCarthy. A sua volta il titolo del libro rimanda ad un verso di Yeats, sapientemente utilizzato per narrare le vicende di Tom Bell, uno sceriffo reduce dalla seconda guerra mondiale che dovrà fare i conti con la follia, decisamente affascinante e sui generis, di Anton Chigurh: un fascino il cui merito va in gran parte alla mirabile interpretazione di Javier Bardem e che racchiude tutto il senso di un romanzo visionario.

Da Bassani a Moravia, i romanzi italiani da Oscar

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Sono tantissimi i romanzi italiani portati sul grande schermo da altrettanti registi nostrani che hanno avuto l’onore di salire sul podio degli Oscar dei Migliori film stranieri. Una nomination soltanto per “Porte Aperte” di Gianni Amelio, la cui regia ha sapientemente tradotto le ambientazioni e i personaggi raccontati da Leonardo Sciascia nel suo libro, mentre una statuetta per “Il giardino dei Finzi Contini” ispirato al romanzo di Giorgio Bassani.

Grandissimo e indimenticabile successo per “La Ciociara” di Alberto Moravia: nel 1962 Sophia Loren vince l’Oscar come migliore attrice protagonista per aver interpretato l’ostinata Cesira, traducendo in azione la tragedia letteraria della donna e di sua figlia Rosetta. Un premio onorario invece, ma altrettanto importante, quello per “Ladri di Biciclette”: il celebre film di Vittorio de Sica trae origine, seppur con molti adattamenti, dall'omonimo romanzo di Luigi Bartolini pubblicato nel 1946.

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