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Ricomincio da Nino. Il Teatro Trianon Viviani di Napoli riapre al pubblico

Riapre al pubblico dopo due anni e mezzo, con il ritorno di “Io, senza giacca e cravatta” di Nino D’Angelo, il teatro Trianon Viviani di Forcella a Napoli. L’ex caschetto biondo: “Canto e recito l’infanzia e l’amicizia eterna”.
A cura di Redazione Cultura
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Il neodirettore artistico del Teatro Trianon Viviani Nino D'Angelo
Il neodirettore artistico del Teatro Trianon Viviani Nino D'Angelo

Dopo due anni e mezzo di fermo produttivo per crisi finanziaria, riparte la programmazione del teatro pubblico Trianon Viviani, dopo gli interventi di ristrutturazione necessari a rendere fruibile lo storico teatro di Forcella, nel cuore di Napoli. E così domani, venerdì 2 dicembre, il neodirettore artistico Nino D'Angelo porterà in scena lo spettacolo autobiografico "Io, senza giacca e cravatta", lo spettacolo di cui è autore e interprete.

"Io, senza giacca e cravatta" è un viaggio autobiografico nei ricordi, in una cartolina che fotografa un passato e il suo presente. Racconta di un quartiere di Napoli, San Pietro a Patierno, di un tempo che va dagli anni ‘60 ai nostri giorni, di una realtà che tocca i ricordi, quelli nostalgici, ma anche quelli divertenti che hanno accompagnato un ragazzo che poteva fare il cantante o lo «scarparo» (il quartiere era importante per la produzione di scarpe). In proposito, Nino D'Angelo ha dichiarato:

Una notte, preso dal sentimento del passato mi ritrovai nella strada del mio quartiere, San Pietro a Patierno. L’appuntamento era con i ricordi, ma ad aspettarmi trovai la delusione. La casa dove mi vantavo di essere nato non c’era più. Le crepe del tempo l’avevano demolita con tutte le immagini dei miei affetti speciali che, per un attimo, demolirono anche me e la mia memoria. Da questo sentimento nasce la voglia e l’idea di creare questo mio nuovo spettacolo di musica e teatro: sarà la mia voce fuori campo e il concerto nel vico ad accompagnare l’infanzia e l’amicizia eterna; così come il canto accorato che arrivava dalle botteghe degli scarpari sarà il principio della mia passione, la musica.

Lo spettacolo, prodotto da Fox and Friends, vede la partecipazione dei musicisti Mena Casoria, Vittorio Cataldi, Massimo Gargiulo, Francesco Ponzo e degli attori/cantanti Antoine, Milly Ascolese, Salvatore Benitozzi, Mario Ciervo, Rossella De Blasi, Angelo Laurino, Consiglia Loren e Michele Paolella. Le scene sono di Tiziano Fario, i costumi di Francesca Romana Scudiero, il disegno luci di Massimo Tomasino e le coreografie di Enzo Castaldo. Dopo la “prima” di venerdì 2 dicembre, "Io, senza giacca e cravatta" andrà in scena sabato 3, domenica 4 e tutti i giorni da mercoledì 7 a domenica 11: sempre alle 21, tranne la domenica alle 18 e il mercoledì alle 17:30.

Dal caschetto biondo al riconoscimento intellettuale

Primo di sei figli, di padre operaio e madre casalinga, nasce nel 1957 a San Pietro a Patierno, quartiere della periferia nordorientale di Napoli. Con un’infanzia difficile per le condizioni economiche della famiglia, lascia presto la scuola e comincia a lavorare saltuariamente come cantante ai matrimoni e come gelataio alla stazione. Dopo una breve gavetta musicale, nel 1976 riscuote il primo successo in àmbito regionale con il 45 giri, ‘A storia mia (‘O scippo), pubblicato grazie a fondi familiari. A ventidue anni sposa Annamaria Gallo, dalla quale ha i figli Toni (1979), regista cinematografico, e Vincenzo (1983), giornalista, e inizia a lavorare in teatro, interprete di sceneggiate. Quindi il debutto nel cinema, con "Celebrità" (1981) al fianco di Regina Bianchi, per la regia di Ninì Grassia, e il dittico "Tradimento e Giuramento" (1982) in coppia con Mario Merola. Nel film "Quel ragazzo della curva B" canta anche Napoli, che diviene un inno di riferimento per i tifosi di calcio napoletani.

Tra l’’82 e l’’83 il doppio successo di "‘Nu jeans e ‘na maglietta": il disco vende più di un milione di copie e il film omonimo tiene testa negli incassi a «Flashdance». Nell’‘85 scala le classifiche di vendita con l’album "Eccomi qua", mentre inizia a esibirsi anche all’estero. Nel 1990, dopo la dolorosa scomparsa dei genitori, la sua svolta umana e professionale con l’eliminazione del caratteristico caschetto biondo e la ricerca delle «emozioni più profonde per scrivere i brani», guardando anche a temi di socialità e vita quotidiana.

Nel 1996 l’incontro con la regista Roberta Torre per girare il cortometraggio "Vita a volo d’Angelo", poi presentato al festival di Venezia, cui fa seguito, l’anno dopo, la realizzazione della colonna sonora di "Tano da morire", con il quale si aggiudica molti premi, tra cui il David di Donatello come miglior musicista e il Nastro d’Argento per la miglior musica. Sempre in campo cinematografico è attore in film di successo, "Paparazzi", "Tifosi", "Vacanze di Natale 2000" e "Il cuore altrove" di Pupi Avati, nonché anche autore e regista di "Aitanic". Nel 1997, scrive il primo musical, "Core pazzo", e partecipa più volte al festival di Sanremo: "Vai" (1986), "Senza giacca e cravatta" (1999), "Marì" (2002), "‘A storia ‘e nisciuno" (2003) e "Jamme jà" (2010).

Artista poliedrico, conduce programmi in televisione – il Dopofestival a Sanremo con Piero Chiambretti su Rai 1 (1998); a Canale 5 è in "Io non t’ho mai chiesto niente" e "Striscia la notizia" (2005) – e pubblica l’autobiografia "L’ignorante intelligente" (1999). Nel 2001 riceve il premio Gassman per lo spettacolo L’ultimo scugnizzo di Raffaele Viviani e pubblica l’album "Terranera", di gusto “etnico”, Disco d’oro per le oltre 50.000 copie vendute. Direttore artistico della festa di Piedigrotta (2008), ospite Sophia Loren, nel 2013 Nino D’Angelo calca il palcoscenico del San Carlo per un omaggio al suo maestro ideale Sergio Bruni, nel decennale della scomparsa, in una serata evento alla quale collaborano Roberto De Simone e Mimmo Paladino.

Nel 2016 è nominato direttore artistico del Trianon Viviani, il teatro pubblico – dove ha ricoperto lo stesso incarico dal 2006 al 2010 – reduce da due anni e mezzo di fermo produttivo.

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