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Quel tipo di donna di Valeria Parrella: “Il mio on the road da Napoli alla Cappadocia”

Intervista a Valeria Parrella, autrice di ‘Quel tipo di donna’, edito da HarperCollins. Il viaggio tra quattro amiche in macchina verso la Turchia alla ricerca di se stesse e del significato della parola “sorellanza”, che l’autrice napoletana definisce: “Un amore di sommo grado tra donne senza giudizi”.
A cura di Redazione Cultura
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Quel tipo di donna‘ è l'ultimo libro di Valeria Parrella, edito da HarperCollins, ai vertici delle classifiche di libri più venduti. È la storia di un viaggio tra amiche nella Turchia prima dell'avvento di Recep Tayyip Erdoğan, la storia di una "sorellanza" on the road da Napoli su una scalcagnata auto bianca verso la Cappadocia. Nell'intervista esclusiva a Fanpage.it,  la scrittrice partenopea, finalista al premio Strega 2020, parla della storia reale ha ispirato questo racconto, scritto durante il lockdown a partire dalla memoria personale di un viaggio di dodici anni fa che si incrocia a quella collettiva nel racconto di nonne, zie, mamme e i loro aneddoti di un femminismo "privato", meno esposto di quanto oggi sia possibile fare. Per arrivare a discutere di questione femminile e di come quest'ultima non possa mai essere scissa dall'emancipazione degli oppressi. Da qui il richiamo alla sinistra che "cancellando l'articolo 18 o favorendo la precarietà nel mondo del lavoro ha colpito anche le donne".

Di cosa parla ‘Quel tipo di donna' di Valeria Parrella

L’amicizia è l’amore nella sua prima forma. Ed è questo primigenio tipo di amore, puro e resistente a ogni acciacco, a spingere quattro amiche in una vecchia Mercedes bianca su una strada assolata e polverosa durante un afoso agosto, attraverso una Turchia in pieno Ramadan. Sono partite da Napoli, radunate da una perdita troppo grande per essere affrontata in solitaria dentro un palazzo antico, con le mura scrostate e senza ascensore. E siccome l’amicizia, quella vera, non conosce ostacoli né vacanze, ognuna di loro ha lasciato in attesa un lavoro, un amore, un figlio e si è stretta intorno a quel vuoto, per colmarlo di strada e storie.

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E così in questo viaggio, che da una metropoli libera e moderna come Istanbul passa ai cunicoli sotterranei dei Camini delle fate in Cappadocia, fino ad arrivare alle coste selvatiche e lucenti di Antalia, le quattro amiche scoprono di non essere sole, perché in realtà di donne con loro ce ne sono molte di più, madri, nonne, figlie. E sono stratificate nell’anima delle protagoniste, scorrono come sangue vivo sotto la loro pelle, irrorandole, e la voce si fa viva attraverso le loro gole. Perché questa non è solo la storia di quattro amiche, ma di tutte le donne, o meglio quelle di un certo tipo. Quelle che sono cresciute con l’esempio delle altre che hanno combattuto, amato e vissuto prima di loro.

La scrittrice napoletana al premio Strega 2020, secondo i social: "migliore in campo"

Le parole di Valeria Parrella alla serata conclusiva del premio Strega 2020, in diretta televisiva, sono diventate virali e hanno fatto il giro dei social a luglio. Motivo? Quando il conduttore, Giorgio Zanchini, anticipa un intervento di Corrado Augias per parlare della “condizione femminile” e del movimento MeToo, la scrittrice partenopea rispose: “E lei di condizione femminile ne vuole parlare con Augias? Auguri”.

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