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Libri, con lo sprint di Natale il 2020 chiude ai livelli dell’anno precedente

Con le festività natalizie e il sostegno delle varie misure messe in campo nei mesi più difficili della pandemia, il mercato dei libri nel 2020 dovrebbe chiudere sugli stessi livelli dell’anno precedente, quando era cresciuto il doppio rispetto a Francia e Germania. Ad annunciarlo, in una nota, Ricardo Franco Levi dell’AIE.
A cura di Redazione Cultura
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Potremmo chiamarlo lo "sprint di Natale". Così le vendite di libri durante le festività dovrebbero, secondo gli editori italiani, aver riportato il mercato sugli stessi livelli del 2019, anno che si era chiuso con un aumento rispetto al precedente e i cui tassi vedevano l'Italia crescere del doppio rispetto a Francia e Germania. È lo stesso Ricardo Franco Levi, presidente di AIE a dichiararlo in una nota: “Le vendite a Natale sono andate bene e questo ci consente di sperare che il 2020 si chiuda sugli stessi livelli del 2019 per l’editoria di varia, ovvero romanzi, saggistica, libri per ragazzi nelle librerie, nei supermercati e negli store online. Si tratta di un dato che conferma la ripresa del mercato del libro dopo il lockdown di marzo e aprile e che era già evidente nei numeri di luglio e settembre”.

Fin da ora possiamo dire che a questo risultato positivo hanno contribuito, insieme all’impegno e al coraggio degli editori e delle librerie, che hanno continuato il loro lavoro anche quando non c’era visibilità sull’immediato futuro – continua Ricardo Franco Levi – le importanti misure a favore del libro assunte dal governo e dal parlamento e prontamente attuate dall’amministrazione del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo con grande efficienza”.

Gli strumenti messi a disposizione in questi difficili mesi di pandemia sono stati decisivi, dunque, per sostenere un comparto gravemente penalizzato dalla crisi. “Ci riferiamo al sostegno alla domanda tramite il rinnovo della 18App – sostiene il presidente dell'Associazione Italiana Editoriagli acquisti speciali delle biblioteche, ai ristori concessi alle librerie e agli editori più colpiti dalla crisi, che hanno consentito loro di continuare a investire, alla scelta di considerare il libro come bene essenziale così da tenere aperte le librerie anche nei momenti più difficili, alla maggiore attenzione al tema della lettura, che rimane ancora una grande emergenza italiana”.

Tuttavia viene evidenziato come il dato positivo nasconda al suo interno performance molto diverse, che aprono questioni nuove a cui bisognerà in qualche modo mettere mano con politiche dedicate: "Il boom delle vendite online e la buona tenuta delle librerie di quartiere, ad esempio, si accompagna a una difficoltà delle librerie nei centri cittadini e nei centri commerciali e a quelle di catena. L’assenza di manifestazioni fieristiche ha privato alcuni editori di un importante canale di vendita e promozione. Alcuni settori, come l’editoria di arte e di turismo ma non solo, hanno subito grandissime perdite e tutti gli editori si trovano di fronte a sfide molto difficili."

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